Olanda: Codice etico contro i siti “che devono essere chiusi”

Il Codice di condotta permetterà a privati di far chiudere un sito web con una semplice segnalazione. L’intento è combattere il cybercrime: spam, phishing, truffe e violazioni del diritto d’autore


Stiamo assistendo in questi giorni ad una vera rivoluzione nella lotta all’illegalità in rete nel Paese che, in Europa, rappresenta il baluardo del liberismo: l’Olanda. Da alcuni giorni, infatti, il ministero dell’Economia olandese, in collaborazione con il Brein, l’ente locale che coordina la lotta alla pirateria, ha varato un nuovo Codice di condotta per i siti web, in virtù del quale non occorrerà più nessun vaglio preventivo da parte di un giudice per far chiudere un sito web, qualora esso violi un articolo del Codice.
Questa misura, che prende il nome di NTD, prevede la possibilità, anche per i privati cittadini, di rimuovere, con un’e-mail (e senza dover obbligatoriamente denunciare alle autorità il responsabile del sito web), i contenuti di attività online illegali quali spam, phishing, truffe, portali a contenuti pedopornografico, incitazioni alla violenza e all’odio razziale e violazioni del diritto d’autore. Tutti esempi di cybercrime, di portali che, come si legge testualmente nel testo del ministero dell’Economia olandese, “devono essere chiusi”.Chi è responsabile della diffusione di contenuti illegali su Internet – spiega il Ministero – è spesso difficile da rintracciare. Spesso succede che segnalazioni di siti olandesi illegali non abbiano un seguito e quei siti rimangano online. Il Codice è una intesa che consente ai vari soggetti di reagire in modo specifico alle segnalazioni ricevute”. Nella sostanza, NTD prevede la partecipazione (facoltativa) di vari soggetti attivi sul web (industrie e provider), al fine di creare un clima di collaborazione contro ciò che di illegale è attivo in rete. Chi coordina la rimozione di un sito non è più l’autorità giudiziaria, ma uno di questi soggetti. Fermo restando, però, che l’NTD continua a riconoscere il magistrato come unico garante dell’illegalità di un sito, ma concede la possibilità a chiunque di ricorrere al take down (“accordo sulle diffide di rimozione”) in caso di illegalità palese. (Giuseppe Colucci per NL)

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