Da Slashdot arriva infatti una anticipazione molto importante sugli esiti dell’ultima riunione del Radio Spectrum Committee dell’Unione Europea, che potrebbe quanto prima legalizzare tra i paesi membri la tecnologia Ultra Wideband, un nuovo standard RF che punta alla sostituzione dei cavi di collegamento tra dispositivi elettronici e a un mucchio di altre applicazioni. Autorizzato con qualche caveat negli Stati Uniti, UWB è stato accolto con molto scetticismo da questa parte dell’Atlantico per i timori di interferenza provocata dal suo particolare meccanismo di funzionamento a spettro diffuso. Il principio dell’Ultra wideband, infatti, è quello di trasmettere le informazioni digitali a potenza molto bassa e su una miriade di portanti a frequenza diversa: lo spettro di trasmissione occupa tipicamente diversi gigahertz! Il sospetto, avvertono i regolatori europei, è che questa occupazione di banda andrebbe a scontrarsi, se davvero entrasse in uso in milioni di apparecchi (UWB dovrebbe andare a sostituire sistemi di connessione fisica come USB e Firewire), con le necessità di tanti altri radioservizi. I fautori del sistema rispondono che questo rischio non c’è perché le potenze in gioco sono minime e gli algoritmi di frequency hopping insiti in UWB aiutano a evitare i conflitti. C’è una buona dose di vision ispirata alla cognitive radio in questo approccio ed è per questo che mi interessava discuterne. La notizia di questi giorni è che lo Spectrum Committee potrebbe aver deciso per un cambiamento di rotta e che nei prossimi mesi studierà i vincoli tecnici che renderebbero possibile l’impiego di UWB anche in Europa. Ho trovato sul sito del regolatore dello spettro canadese una eccellente introduzione alla tematica UWB e ai suoi possibili effetti sul piano delle interferenze, presentata in occasione della consultazione pubblica per l’introduzione della tecnologia in Canada.