Il governo è consapevole della necessità di “assicurare al mondo dell’editoria, in grave crisi, tutto il sostegno possibile” e di varare “una riforma strutturale di sistema condivisa” per il settore.
E’ l’impegno preso da Elisa Grande, nuovo capo del Dipartimento per l’informazione e l’editoria della presidenza del Consiglio, davanti alle associazioni del settore Mediacoop, Media non profit e Articolo 21, a un convegno a Roma sul pluralismo dell’informazione. “Il regolamento sull’editoria messo a punto dal Dipartimento – ha sottolineato Grande – non pregiudica il varo di una riforma strutturale di sistema, che non potrà che essere condivisa da tutti gli operatori del settore e svilupparsi nell’ambito di un approfondito confronto e in un quadro di risorse certe”. La “sede più opportuna” per l’elaborazione del nuovo testo saranno gli Stati generali dell’editoria, più volte annunciati dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega per il settore, Paolo Bonaiuti: “Speriamo di organizzarli – ha spiegato Grande – subito dopo la prossima Finanziaria, per aver risorse certe su cui lavorare”. Gli Stati generali offriranno anche l’occasione “per riflettere sul ruolo fondamentale della stampa, che non può continuare a vivere il complesso di inferiorità rispetto ai nuovi media, a Internet, alla tv. La tempistica delle notizie sta cambiando, e il ruolo di Twitter nelle vicende dell’Iran lo dimostra. Ma ci sarà sempre bisogno di un contenitore ragionato, di un approfondimento autorevole”. Nel frattempo il regolamento, “primo passo necessario per la razionalizzazione e per la semplificazione del sistema”, continua il suo percorso: è “al vaglio dei tecnici del ministero dell’Economia”, ha ricordato il capo del Die, e dovrà essere sottoposto “ai pareri di legittimità del Consiglio di Stato e di merito delle commissioni parlamentari”. Ma l’impegno del governo non finisce qui: “E’ in atto uno sforzo straordinario da parte della presidenza del Consiglio per rinvenire i fondi necessari per assicurare il pagamento dei contributi diretti per il 2009″, ha assicurato Grande, proprio nelle ore in cui l’Aula di Montecitorio approvava il reintegro di 70 milioni per il fondo per l’editoria, misura contenuta nell’articolo 56 del ddl sviluppo. Il presidente di Mediacoop, Mario Salani, ha chiesto che la nuova riforma “abbia tre capisaldi: il riconoscimento del diritto soggettivo al contributo; la definizione dei criteri di accesso e le quantificazioni del sostegno per legge, e non per regolamento; la certezza delle risorse, almeno su base triennale”. Il portavoce di Articolo 21, Giuseppe Giulietti, ha proposto che “una quota parte del fatturato dei grandi gruppi editoriali finisca in un fondo per l’innovazione nel settore dell’editoria” e che “il Dipartimento, prima degli Stati generali, predisponga un documento con i punti essenziali della riforma, da discutere con tutte le organizzazioni del settore”. Ad assicurare la sensibilità della maggioranza su questi temi, il senatore del Pdl Alessio Butti: “Siamo fiduciosi nell’impegno del sottosegretario Bonaiuti e del governo e nella competenza che c’é sul settore a livello parlamentare”. (ANSA)
E’ l’impegno preso da Elisa Grande, nuovo capo del Dipartimento per l’informazione e l’editoria della presidenza del Consiglio, davanti alle associazioni del settore Mediacoop, Media non profit e Articolo 21, a un convegno a Roma sul pluralismo dell’informazione. “Il regolamento sull’editoria messo a punto dal Dipartimento – ha sottolineato Grande – non pregiudica il varo di una riforma strutturale di sistema, che non potrà che essere condivisa da tutti gli operatori del settore e svilupparsi nell’ambito di un approfondito confronto e in un quadro di risorse certe”. La “sede più opportuna” per l’elaborazione del nuovo testo saranno gli Stati generali dell’editoria, più volte annunciati dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega per il settore, Paolo Bonaiuti: “Speriamo di organizzarli – ha spiegato Grande – subito dopo la prossima Finanziaria, per aver risorse certe su cui lavorare”. Gli Stati generali offriranno anche l’occasione “per riflettere sul ruolo fondamentale della stampa, che non può continuare a vivere il complesso di inferiorità rispetto ai nuovi media, a Internet, alla tv. La tempistica delle notizie sta cambiando, e il ruolo di Twitter nelle vicende dell’Iran lo dimostra. Ma ci sarà sempre bisogno di un contenitore ragionato, di un approfondimento autorevole”. Nel frattempo il regolamento, “primo passo necessario per la razionalizzazione e per la semplificazione del sistema”, continua il suo percorso: è “al vaglio dei tecnici del ministero dell’Economia”, ha ricordato il capo del Die, e dovrà essere sottoposto “ai pareri di legittimità del Consiglio di Stato e di merito delle commissioni parlamentari”. Ma l’impegno del governo non finisce qui: “E’ in atto uno sforzo straordinario da parte della presidenza del Consiglio per rinvenire i fondi necessari per assicurare il pagamento dei contributi diretti per il 2009″, ha assicurato Grande, proprio nelle ore in cui l’Aula di Montecitorio approvava il reintegro di 70 milioni per il fondo per l’editoria, misura contenuta nell’articolo 56 del ddl sviluppo. Il presidente di Mediacoop, Mario Salani, ha chiesto che la nuova riforma “abbia tre capisaldi: il riconoscimento del diritto soggettivo al contributo; la definizione dei criteri di accesso e le quantificazioni del sostegno per legge, e non per regolamento; la certezza delle risorse, almeno su base triennale”. Il portavoce di Articolo 21, Giuseppe Giulietti, ha proposto che “una quota parte del fatturato dei grandi gruppi editoriali finisca in un fondo per l’innovazione nel settore dell’editoria” e che “il Dipartimento, prima degli Stati generali, predisponga un documento con i punti essenziali della riforma, da discutere con tutte le organizzazioni del settore”. Ad assicurare la sensibilità della maggioranza su questi temi, il senatore del Pdl Alessio Butti: “Siamo fiduciosi nell’impegno del sottosegretario Bonaiuti e del governo e nella competenza che c’é sul settore a livello parlamentare”. (ANSA)