Nelle grandi città italiane l’offerta radiofonica sulle nuove automobili si è improvvisamente moltiplicata: se fino a pochi mesi fa la lista delle stazioni sottoposte all’utente era limitata a quelle ricevibili in FM e ai bouquet DAB+ nazionali, ora non è più così.
Ogni mux (sperimentale) locale attivato ha introdotto in elenco 18-20 stazioni (qualcuno anche di più). A Milano ne sono in funzione 3 e a breve saranno operativi altri 2. A ciò si aggiungono i mux svizzeri ricevibili facilmente in città. Una offerta digitale via etere senza precedenti.
Offerta digitale via etere
Si tratta di un centinaio di stazioni spesso inedite (cioè precedentemente non ricevibili in loco) che ha considerevolmente potenziato i termini della offerta digitale via etere.
Frammenti
E che, quindi, inevitabilmente, aumenterà la frammentazione dell’ascolto.
Comunque meglio del web
Certo, nulla a che vedere con il web, dove la competizione è nell’ordine delle centinaia di migliaia di flussi streaming. Il più importante aggregatore radiofonico, Tunein, ha una offerta digitale di 120.000 stazioni.
100.000 x 100
E si tratta solo di uno dei 98 più noti collettori.
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Contromisure
Il problema sul quale torniamo a soffermarci (l’abbiamo fatto più volte in passato), alla luce del mutato quadro della offerta digitale, sono le contromisure che gli editori sono chiamati ad assumere.
E reazioni
Davanti ad un menu così esteso, la prima azione dell’utente quale è?
La user experience tv
Assumiamo l’esempio televisivo di ciascuno di noi: davanti alla sterminata scelta di titoli della offerta digitale delle piattaforme di streaming tv on demand quale è il primo criterio di scelta?
Il titolo stesso, cioè il nome.
Solo successivamente approfondiremo il contenuto attraverso la meta descrizione o il trailer.
Aiuto intelligente
Gli utenti più avvezzi sanno poi districarsi tra generi ed affinità e un grande aiuto lo fornisce l’intelligenza artificiale con i suggerimenti basati sulle precedenti esperienze.
Passo dopo passo
Ma il primo step è il nome. Inutile girarci intorno.
L’attrattività di brand notissimi è superiore alla regola dell’omen nomen?
Al di là dei brand notissimi (la cui attrattività non dovrebbe però essere sovrastimata), la prima scelta è il nome della stazione. Si tratta della famosa regola omen nomen, di cui abbiamo già parlato qui.
(s)formato
Il contenuto del programma racchiuso nell’identificativo stesso. Al di là della categorizzazione nel metadato dei formati, che quasi nessuno utilizza.
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Radio Marinella Intercontinental
Il formato country di Radio Marinella Intercontinental, curato con maniacale attenzione dal suo staff, caratterizzato una preparazione ai massimi livelli nazionali, difficilmente potrà essere apprezzato da un utente che prima di conoscerlo dovrebbe farne oggetto di ascolto.
Ma siamo sicuri che lo farà?
Non sarebbe il caso che il poco caratterizzante identificativo di Radio Marinella Intercontinental (non necessariamente il brand, che motivazioni che potrebbero andare anche al di là del sentimento del suo editore impongono di preservare) fosse mutato, per esempio, nell’alias Country Radio?
Omen nomen
Forse così sarebbe più intellegibile e permetterebbe di intercettare più facilmente quegli utenti interessati alla musica country che ancora non conoscono Radio Marinella Intercontinental.
In hoc signo vinces
E che una volta individuata attraverso il suo intuitivo alias, potrebbero fruirne regolarmente al di là del suo segno distintivo contenutistico (Radio Marinella Intercontinental) che rimarrà tale?
Superare il cancelletto
Probabilmente anche di più degli abusati caratteri speciali (i famosi #), la cui efficacia, al cospetto del comportamento eterogeneo dei ricevitori digitali, è tutta da verificare.
p.s. Radio Marinella Intercontinental non dovrebbe esistere. Nel caso, ce ne scusiamo con gli interessati.
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