Obbligo DAB+ negli smartphone italiani dal 2021. Ma davvero gli over the top della telefonia adatteranno linee produttive mondiali ad esigenze normative locali? Il rischio di un braccio di ferro come quello tra FCC ed Apple è elevatissimo… Confindustria Radio Tv esulta: “Il primo voto positivo alla riformulazione dell’emendamento sul DAB Radio nei telefonini, inserito nel DL c.d. “Milleproroghe” (AC 2325), che conferma l’obbligo entro la fine dell’anno di inserire un sintonizzatore apposito, è un risultato positivo del confronto parlamentare, che fa tesoro delle osservazioni arrivate da più parti, e specialmente da Confindustria Radio Televisioni, CRTV”.
Neutralizzato l’emendamento Rotta
“L’approvazione di un testo riformulato su un atto proposto dall’On. Alessia Rotta, che inizialmente ipotizzava un rinvio di un anno, mantiene, anticipandolo di qualche giorno, l’obbligo di inserire un sintonizzatore DAB sui telefonini. La convergenza realizzatasi tra proponenti e Ministero dello Sviluppo Economico è coerente senz’altro con la scelta di fondo del Governo di procedere senza più indugi allo sviluppo della digitalizzazione del settore.
Innovazione Radio
Con questa norma viene garantito chi ha investito nell’innovazione della Radio, prestando fede a leggi italiane e direttive europee, e si rispettano gli impegni assunti dal Governo per lo sviluppo della digitalizzazione. Ulteriori rinvii avrebbero comportato un danno anche per l’utenza, sia sul piano del pluralismo dell’accesso all’informazione e all’intrattenimento radiofonico, sia per il corretto orientamento dell’utenza. L’adozione presso il pubblico della radio digitale, infatti, è strettamente legata alla disponibilità di terminali predisposti a ricevere la nuova tecnologia: fra questi i telefonini sono cruciali per l’ascolto in mobilità, segmento fondamentale del consumo radiofonico.
Ora recepimento direttiva su CCE
A giudizio di CRTV è necessario ora procedere con il recepimento nel nostro ordinamento della direttiva relativa al Codice delle Comunicazioni Europee in un’ottica di neutralità tecnologica e promuovere l’adozione di sintonizzatori e interfacce DAB: a beneficio degli utenti e per permettere alla piattaforma radiofonica di svilupparsi e innovare. Obiettivi questi che saranno perseguiti dall’Associazione con tutti gli stakeholder che li condividono”, conclude Confindustria.
Osservatori scettici su rispetto norma
Il problema è che appare improbabile che una norma locale (nazionale o europea che sia) possa costringere gli over the top della telefonia ad adattare linee produttive mondiali.
L’esempio del durissimo braccio di ferro tra la FCC (il regolatore americano delle comunicazioni) e Apple negli Stati Uniti è emblematico: a nulla sono valse le pressioni politiche e normative per imporre il ripristino negli iPhone della ricezione FM, che è rimasta del tutto esclusa.
“Figurarsi quindi che potenziale coercitivo potrebbe avere l’Italia, o anche l’UE su Apple”, è il commento più diffuso tra le case distributrici della telefonia nel nostro paese.
Il nodo del jack
Analoga considerazione vale per gli altri produttori di smartphone, soprattutto per quelli che hanno eliminato a favore del bluetooh il jack per le cuffie, il cui cavo fungeva da antenna per la ricezione dei programmi radiofonici via etere.
L’evoluzione tecnologica non si impone per via legislativa. E’ il legislatore che si adegua ad essa
Insomma, la sensazione, al di là delle dichiarazione entusiastiche di Confindustria Radio Tv è che difficilmente – come sta accadendo per le auto – l’evoluzione tecnologica possa passare da una imposizione normativa.