La strada è tracciata. E fin qui nulla quaestio. Non vi è infatti alcun dubbio che il DTT – ancorché tecnologia che comincia ad avere sul groppone i suoi anni, sarà il futuro della televisione.
Anche se, a onor del vero, sarebbe meglio sostenere che il digitale in senso generale (cioé non necessariamente terrestre) sarà l’alveo della tv… Ma passiamoci pure sopra; sia mai che ci si accusi di essere dei sofisti. Il punto è che pare che non sia tanto sulla definizione del format che si voglia passare sopra, ma sulle tv locali, facendone carne da switch-off a tutto vantaggio dei superplayer in cerca di spazi per l’HD, la nuova frontiera di grande appeal commerciale (per la pay tv terrestre). In pratica, si sussurra nei corridoi pubblici romani, chi avrà le risorse (economiche) per sopportare gli oneri per le risorse (frequenziali) passerà il fiume; gli altri rimarranno sulla riva opposta, col cerino in mano. Di soldi, infatti, ghe n’è minga. Quindi, arrangiatevi e si salvi chi può. Niente proroghe dell’ultimo minuto e pochi, pochissimi, contributi per lo switch-off. Il capostazione ha fischiato l’ultimo treno. Come dire: chi vuol vendere il biglietto, ne approfitti ora (proprio un bel momento, neh?); perché poi ci sarà solo da salire in carrozza. E pagare il supplemento.