Nuovo ordinamento forense e conciliazione obbligatoria. I consumatori dicono “no” all’esclusività dei legali nelle conciliazioni

Paolo Landi, Adiconsum: “Con queste norme non si favorisce l’accesso alla giustizia dei cittadini, bensì si trasforma il diritto alla giustizia in un grande business privato” . ”Esclusività” e ”obbligatorietà” significano un ritorno alle corporazioni.

Le Associazioni Consumatori hanno una vasta esperienza di procedure conciliative. Solo negli ultimi due anni sono stati oltre 100.000 i consumatori che ne hanno beneficiato, evitando in tal modo di ricorrere al giudice di pace o di rimanere vittime senza alcun risarcimento. Le conciliazioni realizzate coinvolgono ormai tutti i settori (telefonico, bancario, assicurativo, trasporti, energia, servizi pubblici locali), nonché le principali imprese: dall’Eni all’Enel, da IntesaSanPaolo a Telecom, da FS a Poste Italiane, ecc.. Conciliazioni realizzate in base a protocolli sottoscritti che prevedono una conciliazione diretta tra il rappresentante delle Associazioni Consumatori e il rappresentante delle imprese, con risultati positivi nel 90% dei casi, e gratuiti per il consumatore. Nella riforma dell’Ordine Forense si tende a far sì che la consulenza in materia di conciliazione extragiudiziale sia materia esclusiva dei legali. Non solo, ma nel decreto in materia di “Mediazione e conciliazione delle controversie civili e commerciali” si afferma l’obbligatorietà di ricorso alla procedura di conciliazione per poter accedere successivamente al giudice. Adiconsum pur essendo favorevole allo sviluppo delle procedure conciliative vede in questi due vincoli, “esclusività” ed “obbligatorietà”, la trasformazione di un’esperienza positiva in un grande business della giustizia privata. Infatti una cosa è accedere ad una procedura volontaria e quindi chi decide di accedere ritiene di avere buone possibilità di ottenere un risultato positivo, altra cosa è essere obbligati da una legge. Già nel settore del lavoro dove le procedure sono obbligatorie, ma non costose, le conciliazioni positive sono una minoranza. La conciliazione civile e commerciale al contrario sarebbe anche costosa, perché così prevede la legge. In altre parole, il rischio per il cittadino è di avere un doppio costo di accesso alla giustizia: prima un costo per l’accesso alla conciliazione obbligata e, in caso di insuccesso, un secondo costo per rivolgersi al giudice. Sulla normativa che regolamenta la conciliazione Adiconsum ha rilevato altre criticità che minano l’indipendenza di tale procedura e altri aspetti vessatori che sta segnalando al Parlamento. Adiconsum rivolge, quindi, un appello al Parlamento di riconsiderare i vincoli dell’”esclusività” e dell’”obbligatorietà”, che se approvati, ci riporterebbero alla logica delle corporazioni con la conseguenza di trasformare la giustizia in un grande business privato.

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