Smartphone sempre più diffusi, anche tra chi non se lo potrebbe permettere. Perché essere sempre connessi è un “must”; almeno da quando c’è Blackberry. Potremmo raccontare così ai nostri figli, se la cavalcata degli smartphone continuerà ad essere impetuosa come in questi mesi. Quello che fino a poco tempo fa era considerato uno status symbol o un gadget per adulti ricchi e viziati sta in poco tempo diventando un oggetto di cui non si può fare a meno. E, come spiega un editoriale del NYTimes, tutto questo avviene paradossalmente in tempi di crisi, in cui acquistare un bene “superfluo” per 300 euro non è proprio roba da poco. Invece, in un mercato della telefonia mobile che si sta progressivamente contraendo, gli smartphone sono in continua crescita e non è solo per via dell’iPhone. C’è di più: ci sono variabili sociologiche e psicologiche da tenere in considerazione. A quanto pare, nella società in cui viviamo, viene considerato indispensabile essere sempre collegati, connessi, online e comunque avere un feedback da qualcuno o da qualcosa. Sapere come si aggiornano le pagine del nostro sito preferito o controllare che il trend di visite del proprio sia sempre soddisfacente. Bisogna essere sempre in grado di rispondere ad una mail importante o, più semplicemente, di aggiornare il proprio status di Facebook, perché altrimenti si finisce per essere sfortunatamente considerati poco produttivi o socialmente inadatti. Dove ci porterà tutto questo? Probabilmente dallo psicologo. Però, nel frattempo, gli operatori di telefonia avranno fatturato milioni di euro. (Davide Agazzi per NL)