Ne avevamo parlato pochi giorni fa, sottoponendo a radiografia la situazione delle reti nazionali radio in una proiezione per il 2008. Ora i dati del 6° bimestre 2007 (27 ottobre/14 dicembre 2007) di Audiradio sembrano andare sostanzialmente nella direzione da noi indicata. Anzitutto, posto che i prodotti editoriali sono ormai praticamente tutti di buona qualità (e in gran parte omologati) è stata ancora una volta confermata la legge non scritta che vuole i segnali robusti al primo posto nei requisiti per scalare le indagini. Al secondo posto della ricetta, l’esposizione mediatica: più è forte la pressione sull’ascoltatore di brand e claim dell’emittente, maggiore è la memorizzazione del logo.
Nel merito dell’indagine, è stata confermata l’efficacia della immediata controffensiva del gruppo Elemedia, che ha saputo recuperare, con un intenso lavoro di team (artistico e tecnico), il terreno perso con Radio Dee Jay (che è cresciuta quasi del 9%) e, seppur in misura minore, di Capital (sotto il 5%). Ora 800.000 ascoltatori distanziano la radio regina de L’Espresso da RDS, che flette per quasi il 6% degli ascolti lasciando sul terreno oltre 300.000 ascoltatori (avrà riso bene da ultimo Linus, dopo il duro, quanto inopportuno, attacco subito oltre un mese fa da Montefusco, patron della radio romana – cfr. qui). Molto bene Radio 24, che sfiora il 10% di crescita (insidiando il competitor Radiotre) nonostante i problemi di illuminazione: occorrerà vedere se il restyling del palinsesto aggiungerà ulteriore propulsione alla crescita della stazione, che appare tuttavia bisognosa di sensibili investimenti in diffusione. Onda lunga per Kiss Kiss, che cresce di circa l’8%, assestandosi a due milioni e mezzo di utenti nel g.m. Una posizione importante, che tuttavia va presidiata; a riguardo, abbiamo già osservato un apparente rallentamento nell’implementazione della rete e nella promozione: se così fosse, la positiva tendenza potrebbe essere nel medio termine invertita, con effetti d’immagine dannosissimi. Previsto (cfr. qui) lo stallo di R101: il dubbio è che l’emittente abbia raggiunto il massimo delle attuali potenzialità del progetto editoriale (significativo il fatto che sia tallonata da una locale come Subasio…). Sarebbero consigliabili, a riguardo, riflessioni adeguate e l’adozione di strategie per una razionale distribuzione del segnale (a fronte di aree ultraridondanti, vi sono province scoperte o quasi), nonché una valutazione del layout editoriale. Pure pronosticato il limbo in cui fluttuano Radiouno, Radiodue e Radiotre, mentre timori suscita la discesa del 6% di RMC, per la quale Finelco dovrà inevitabilmente destinare investimenti in frequenze, per recuperare il terreno perduto (meno grave, seppur meritevole di opportuna attenzione, è il minimo cedimento del 2% di Radio 105, più che altro rilevante per aver consentito il sorpasso, per inerzia, di Radio Italia). Non dovrebbe invece preoccupare più di tanto il segno negativo di RTL 102,5, tutto sommato fisiologico (a quel livello può essere sostanzialmente considerata una tenuta della posizione, seppur la rete di Lorenzo Suraci abbia nuovamente lasciato il trono a Deejay).