“L’emendamento “anti precari” appare, al di là di ogni notevole dichiarazione ed impegno di principio, inidoneo a risolvere le disparità di trattamento introdotte alla Camera. I diritti dei lavoratori non possono misurarsi in percentuale o essere giudicati ininfluenti se riguardano una parte limitata della popolazione a lavoro.
Con la nuova norma non c’è neanche l’effetto tampone. Come tutte le altre categorie ne risente il mondo dei giornalisti, che negli ultimi anni ha visto crescere a dismisura solo l’occupazione fatta di contratti a termine, mai trasformati a tempo indeterminato anche quando era obbligatorio farlo. Ora si crea un doppio regime perciò stesso incostituzionale (per convincimento diffuso anche nelle aree politiche della maggioranza parlamentare che sostiene il provvedimento). Questo, e non altro, è il risultato di una norma che penalizza, comprimendo aspettative e diritti, quanti hanno in corso un procedimento per il riconoscimento di un diverso status della loro condizione lavorativa diversamente da chi domani dovesse aprire un contenzioso analogo davanti alla Magistratura del lavoro. Una norma di questo genere non sta in piedi e l’unica cosa da fare è ritirarla. Non si capisce, infatti, come il legislatore possa cancellare la legittima aspettativa (quella di un giudizio su un ricorso previsto dall’ordinamento) che fino a oggi è certo, legittimamente coltivata in sede giudiziaria. Ancor prima di vedere trasformato un rapporto irregolare in un contratto a tempo indeterminato viene addirittura impedito che sia verificato da un giudice il ricorso sin qui presentato o addirittura che vengano annullati, senza sentenza definitiva, le pronunce in base alle quali centinaia di persone sono state riammesse a lavoro e ormai validamente inserite negli organici.
La Fnsi insiste nell’allarme lanciato e chiede una attenta verifica dell’incostituzionalità della norma ed il suo immediato ritiro.
Il Sindacato dei giornalisti sarà al fianco dei colleghi interessati sia a livello nazionale sia, con le Associazioni regionali di stampa, a livello territoriale”.