L’occhio indiscreto del Fisco cade sulla rete e attraverso la vetrina di Facebook scopre nuovi evasori. Ebbene sì, il social network ormai onnipresente ci tradisce, svelando in sordina informazioni di interesse economico-finanziario quali punto di partenza di eventuali accertamenti da parte del Fisco.
Il nostro esibizionismo potrebbe costarci davvero caro. È così che pubblicare la foto della vacanza nel resort esclusivo, dell’auto di lusso appena acquistata, dell’attico appena inaugurato non è solo cedere alla tentazione di essere spiati ed invidiati dal popolo di Facebook, bensì stimolo all’attività di indagine di Agenzia dell’Entrate e Guardia di Finanza. Ecco come i dati e le notizie, che permeano dal profilo pubblico dell’utente, formano oggetto della ricostruzione sintetica del reddito. L’esuberanza dell’utente rischia in questo modo di cadere nella curiosità del Fisco, il quale diviene implicitamente legittimato a sbirciare la quotidianità del contribuente senza il doveroso filtro del diritto alla privacy. Le informazioni condivise dagli utenti sono captate attraverso la finestra virtuale e, con inaspettata semplicità, interpretate al fine di stanare il popolo di evasori. Il tenore di vita dell’individuo, quindi, è alla mercè di tutti e facilmente ricostruibile. Il rischio non è minore per le persone giuridiche, in quanto apparire e farsi conoscere attraverso gli spazi virtuali con la pubblicazione di offerte e prodotti può creare una memoria scomoda soprattutto in previsione di eventuali accertamenti fiscali. Ostentare, pubblicizzarsi, apparire e condividere non sono condotte pericolose tout court, ma potrebbero diventarlo colposamente attraverso il contenuto palesato. L’attenzione è doverosa, indipendentemente dal meccanismo adottato di recente per contrastare il fenomeno dell’evasione fiscale. Di conseguenza si consiglia un maggior pudore ai potenziali evasori, e non solo. (C.S. per NL)