Tempi di crisi economica, tempi d’elezioni, tempi di riforme e l’Italia parla di Noemi. Da quando, infatti, il Gruppo L’Espresso ha fatto partire la propria personale inchiesta-battaglia riguardo le presunte avventure del Premier con la minorenne di Casoria, le cene e le notti pazze a Villa Certosa, le telefonate ed il giro di ragazze che rotava intorno ai festini che Berlusconi organizzava nella sua villa in Sardegna, l’Italia non fa altro che parlare dei costumi sessuali del suo comandante in capo, piuttosto che dei problemi da cui è afflitta. Ed è pur comprensibile. Da sempre promotore dei valori tradizionali della famiglia, conservatore e presunto cattolico praticante, il Presidente del Consiglio imbrigliato in una storia di sesso con una minorenne è qualcosa che di certo non lascia indifferente il suo elettorato moderato e tradizionalista. Oltretutto, la macchina informativa che il Premier ha messo in piedi per smentire ogni voce riguardante questo caso, buttando acqua persino su quei fuochi che era impossibile spegnersi, ha finito per ritorcersi contro di lui davanti alle prove schiaccianti che man mano si andavano accumulando. Berlusconi non è il casto e morigerato padre di famiglia per cui è sempre voluto passare, ma a chi importa? Importa a coloro che esprimono il loro voto in base ai propri valori ed i propri ideali, piuttosto che in base alla propria convenienza politica, importa a coloro che sostengono, giustamente, che in ogni Paese del mondo, in cui il Primo Ministro rappresenta una sorta di modello per i cittadini, uno scandalo del genere avrebbe fatto dimettere persino il più temerario degli statisti. Forse, allora, la tattica che il Gruppo L’Espresso ha attuato per spodestare l’invincibile (per potere mediatico-informativo) presidente, per fare scacco matto al Re, è stata quella di combatterlo sul terreno a lui più caro: l’informazione popolare, da rotocalco, grossolana, di bassa lega. Ed ecco che, seppure gli italiani alle elezioni non si siano fatti influenzare più di tanto dal polverone ed abbiano continuato a votare il Pdl, la stampa straniera e l’opinione pubblica specializzata hanno preso le distanze, attaccando, una volta di più, colui il quale già era loro avverso. Con il risultato che chi lo detestava e lo attaccava, ora lo detesta e lo attacca ancora di più, chi invece lo votava ed osannava, è rimasto bene o male indifferente, o comunque non ha mutato la propria scelta elettorale.
Chi, altresì, ha fatto affari d’oro in questa vicenda sono i rotocalchi più o meno scandalistici di cui le nostre edicole pullulano. E, dati i poteri editoriali dell’interessato e dei gruppi a lui avversi, il gioco pare complicarsi, annettendo interessi editoriali ed economici che in pochi avevano calcolato, leggendo del Premier e dei suoi costumi sessuali. “Oggi” e “Gente”, ad esempio, che hanno dedicato interi reportage al caso, per settimane, hanno registrato una media del 10% di vendite in più, così come “Chi”, che sin dall’inizio ha preso le difese del Premier, provando a smontare sul terreno gossipparo tutte le accuse. Per non parlare degli “only gossip” come “Novella 2000” o “Diva e Donna”, che hanno fatto registrare tutto esaurito come da anni non accadeva. Insomma, alla fine della fiera, oltre agli interessi politici, chiari, alla vigilia delle elezioni Europee (che Berlusconi ha, comunque, vinto), potrebbero esserci una miriade di interessi paralleli, non ultimo quello editoriale ed economico inerente la vendita di giornali, quotidiani, periodici, d’inchiesta e scandalistici, tutti focalizzati sulle avventure del rubacuori Berlusconi, che ha dato nuova linfa alle loro vendite. (G.M. per NL)