NEWSLINET.IT: Newsletter n. 831 del 17/12/2015

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Lo dice uno degli emendamenti della Legge di Stabilità: una buona fetta dei ricavi del canone serviranno a finanziare le emittenti locali.
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Nel trimestre aprile-giugno 2015 il numero di abbonati alla pay tv in Europa è cresciuto solo dello 0,4%: a dirlo è l’ultima ricerca di IHS Technology. L’IPTV (Internet Protocol Television) è il settore che segna lo sviluppo maggiore, con un incremento di 935mila nuovi abbonati, mentre sono in fase di rallentamento il satellite (+97mila abbonati) e il via cavo (-185mila).
 
Secondo i dati di Magna Global la crescita pubblicitaria continuerà nel 2016; il digitale dovrebbe superare la tv nel 2017. Aol e Iol beneficiano delle nuove partnership con significativi bacini di utenza per gli spazi online che gestiscono.
La pay tv cresce poco nel secondo trimestre 2015, trainata soprattutto dall’online; in Italia gli ott soffrono ancora l’assenza di una rete affidabile e la pressione di una concorrenza concentrata.
Tra gli emendamenti alla Legge di Stabilità, ben due riaprono il caso delle frequenze Tv, questione spinosa che coinvolge da vicino e in particolare gli interessi di Rai e di Mediaset: la proposta, avanzata da Michele Meta (Pd), Presidente della Commissione Trasporti della Camera, spinge affinché sia proprio il Ministero dello Sviluppo Economico a stabilire quale canone debbano versare allo Stato grandi, medie e piccole tv per l’utilizzo delle frequenze assentite.

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Dopo un lungo periodo di guerra fredda tra Sky e Auditel, la pay tv ha deciso di passare al contrattacco. Quale occasione migliore, se non l’ultima edizione di X- Factor?
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Al titolo terzo della legge sul diritto di autore dedicato alle Disposizioni comuni segue il Titolo IV una volta riservato al Diritto demaniale. Si è scritto una volta perché gli articoli dal 175 al 179 sono stati abrogati dalla Legge del 22 maggio 1993 n. 159.
Mario Volanti, editore di Radio Italia, continuerà a collaborare con Mediamond, la concessionaria di pubblicità del gruppo Mediaset che raccoglie la pubblicità anche per la sua rete (almeno per il 2016), ma non si occuperà più di R 101, la stazione captive del Biscione che avrebbe dovuto avere, sotto le sue cure, un rilancio (che invece non c’è stato).
Guelfo Marcucci, pioniere della Radiotelevisione italiana e per sessanta anni riferimento di una dinastia imprenditoriale che è ai vertici della provincia di Lucca con ramificazioni in tutta Italia e nel mondo, non c’è più.
Telegranda, emittente televisiva di Beinette (Cuneo) fondata, su precedenti esperienze (1981 la prima Telegranda da un’idea del fondatore di Gamma Radio Cuneo, relay della stazione milanese), nel 1987 dalla Diocesi di Saluzzo (con concessione comunitaria nel 1992 e di tv informativa nel 2000) ed oggi di proprietà dell’editore Gianni Bo, cesserà le trasmissioni visibili anche in tutta la provincia di Torino venerdì 18 dicembre con la messa in onda dell’ultimo telegiornale. Licenziati quattro dipendenti e due collaboratori.
Un anno complessivamente positivo pur in presenza di un mercato pubblicitario difficile, che però mostra qualche segnale di ripresa da cogliere pienamente nel 2016.
“Disincanto digitale”, così Ilvo Diamanti ha definito il fenomeno che attiene alla possibile flessione di fiducia verso l’informazione sul web: nella nona edizione del report “Gli italiani e l’informazione” dell’Osservatorio Demos-Coop, rilevano sicuramente dati molto interessanti per conoscere ulteriormente il pensiero degli italiani, proprio perché le fonti d’informazione contribuiscono in maniera rilevante a plasmare l’opinione pubblica sugli eventi che puntualmente si verificano a livello mondiale.
L’espressione “sofferenza bancaria”, conseguente alla situazione di incaglio bancario, denota la condizione in cui la banca si trova costretta a procedere legalmente nei confronti di un debitore.

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