Intervistato da Sky News Australia, Rupert Murdoch ha annunciato il prossimo passo della sua strategia editoriale anti-Google.
Dopo aver accusato gli aggregatori di notizie online di “cleptomania di contenuti” (vedi il recentissimo caso di NewsNow.co.uk), il fondatore di News Corp. avrebbe rivelato una delle sue idee più pericolose in fatto di diffusione di contenuti giornalistici online. Se rendere a pagamento l’accesso ai siti dei propri quotidiani è un primo indispensabile passo per suggerire al lettore un’alternativa di qualità all’informazione dozzinale reperibile in rete, il secondo potrebbe essere quello di far sparire i propri link da Google News. O meglio, di fare in modo che i link dei quotidiani di News Corp. diventino invisibili ai filtri utilizzati dalla grande G per “copia-incollare” notizie dal web. Il ragionamento ha, naturalmente, una sua logica. Quando il lettore si abbona per accedere a contenuti rilevanti e autorevoli sul web, non avrà più la necessità di consultare gli aggregatori di notizie per reperire i contenuti più interessanti per sé o per la propria attività professionale. Un passo che determinerebbe, senza ripensamenti del caso, un distacco netto dalle logiche di Google News che, nonostante tutto, rimane uno dei trampolini di lancio preferiti da quotidiani e periodici minori. Durante l’intervista a Sky News Australia con David Speers, Murdoch ha inoltre ammesso che la data ultima per la transizione dal paradigma del “tutto gratis” a quello del “pay-per-view” dei propri quotidiani online non sarà più, come previsto, luglio 2010, ma potrebbe slittare verso la fine dell’anno venturo. Come spiega il fondatore di News Corp., di lavoro da fare sembra che ce ne sia molto. O comunque abbastanza da non lasciare spazio ad eventuali re-indirizzamenti su strategie economiche meno aggressive. (Marco Menoncello per NL)