Non si tratta più solo di parole: le notizie si pagheranno davvero. E a dirlo non è Rupert Murdoch, ma James Harding, direttore del Times, il più blasonato dei giornali britannici, che avrebbe annunciato l’inizio di una nuova era in un contesto molto esclusivo: la conferenza della Society of Editors.
Le premesse per credergli sembrano quindi esserci tutte e quindi questa volta si parte per davvero. Dalla prossima primavera si dovrà, infatti, pagare per consultare la versione online del Times, che sarà venduta allo stesso prezzo dell’edizione cartacea, almeno per chi vuole acquistare la singola copia. Poi, ci saranno tariffe agevolate per chi si abbona per qualche mese o anche per un anno e nessuna possibilità di visualizzare articoli singoli. Questo perché, secondo Harding, gli utenti non sono ancora pronti e devono obbligatoriamente imparare in fretta a gestire la nuova situazione, onde evitare spiacevoli inconvenienti: per esempio, l’internauta paga per leggere un articolo di costume e si ritrova su una pagina di carattere finanziario. Quindi, meglio puntare subito sulla formula “o tutto o niente” per adattarsi velocemente alle nuove tecnologie. In Italia ci hanno già provato diversi quotidiani come Il Fatto o Il Riformista, che danno la possibilità di abbonarsi online; altri, come per esempio La Stampa, offrono abbonamenti a pagamento per consultare l’adattamento della tradizionale versione cartacea su dispositivi mobili quali iPhone o smartphone di ultima generazione. Il Times sarebbe però il primo giornale di peso, in Europa, a prendere questa strada e lo farà in modo molto determinato. Si tratta quindi di un passaggio epocale e bisognerà seguire con attenzione la performance economica di questa operazione, soprattutto per capire quale potrebbe essere, almeno in parte – e Google permettendo – il futuro dell’informazione online. (Davide Agazzi per NL)