News on line. Antitrust a Governo e Parlamento: tutelare informazione sul web. Non servono accordi fra editori e Google, basta rivedere norme su diritti autore

Con tempi adeguati alle esigenze di trasformazione del settore, salvaguardando contemporaneamente il diritto alla diffusione della conoscenza e le potenzialita’ della rete.

Occorre mettere all’ordine del giorno il tema della tutela dei contenuti editoriali su Internet, con soluzioni che tutelino contemporaneamente il diritto del pubblico alla diffusione della conoscenza e non soffochino le potenzialità della Rete. Lo chiede, in una segnalazione inviata a Governo e Parlamento a firma del presidente Giovanni Pitruzzella, l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato che sottolinea il ruolo fondamentale della Rete per la crescita dell’economia e della competitività. Nel settore dell’editoria è però necessario evitare che l’ampliamento degli ambiti attraverso i quali possono essere reperite e lette le notizie diventi un disincentivo alla produzione ed elaborazione di contenuti informativi a livello socialmente desiderabile. Per questo è necessario mettere all’ordine del giorno, in tempi adeguati rispetto alle esigenze di trasformazione del settore, una disciplina che contempli strumenti idonei a incoraggiare su internet forme di cooperazione virtuosa tra i produttori di contenuti editoriali e i fornitori di servizi innovativi che riproducono ed elaborano i contenuti protetti dai diritti di proprietà intellettuale. Tale disciplina dovrà essere finalizzata allo sviluppo efficiente dell’attività di produzione di contenuti informativi in rete. Tenuto conto della dimensione sopranazionale del fenomeno internet, è inoltre necessaria che le istituzioni italiane adottino concrete iniziative a tutela dei contenuti editoriali online presso le opportune sedi internazionali. Nella segnalazione l’Antitrust ripercorre gli interventi effettuati recentemente in altri Paesi, a partire dalla Francia dove grazie a un accordo con Google, che metterà a disposizione 60 milioni di euro, gli editori potranno sostenere la transizione digitale della stampa e i relativi investimenti e innovazioni. La soluzione alternativa consiste nell’intervento sulla disciplina della proprietà intellettuale, finalizzato a introdurre una forma di remunerazione per gli editori per le attività che vanno ad alimentare i servizi di diffusione delle informazioni sulla rete. Si sta muovendo in questa direzione la Germania e un analogo progetto di legge, prima della conclusione dell’accordo Google-editori, era stato presentato dal governo francese. L’Antitrust ritiene preferibile questo secondo modello perché consente ai soggetti impegnati nella produzione e diffusione di contenuti informativi di beneficiare della diffusione di tali prodotti sulla rete con un evidente vantaggio sotto il profilo dell’efficienza allocativa delle risorse del settore. Occorre tuttavia adottare alcune cautele per tutelare contemporaneamente la diffusione della conoscenza: attraverso un eccessivo irrigidimento dei sistemi di protezione autoriali, i costi legati alla remunerazione degli editori potrebbero riverberarsi sugli utilizzatori finali, con effetti negativi per l’accesso all’informazione ed il pluralismo. (E.G. per NL)

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