Mancano pochissimi giorni al debutto della versione a pagamento di Times e Sunday Times online. E più ci si avvicina a giugno, più l’ansia da paywall cresce, lasciando direttori ed editori a dita incrociate.
Com’è noto, da giugno in poi, i quotidiani sul web del gruppo News International, sussidiaria anglosassone di Newscorp, diverranno a pagamento, proseguendo la volontà e la strategia di Rupert Murdoch per la crescita qualitativa ed economica delle sue testate. Ma nonostante sia stato possibile, almeno finora, farsi vanto delle potenzialità del paywall sul Wall Street Journal, il responsabile del ramo commerciale di News International, Paul Hayes, non appare ancora del tutto tranquillo. Anzi, navigando in rete è possibile trovare una delle sue più colorite affermazioni in merito: “Se il paywall non dovesse funzionare sarei nella merda”, (tratto da quomedia.diesis.it). Un modo come un altro per far intendere quanto la situazione sia tesa da quelle parti, nonostante tutti siano convinti che la formula a pagamento sia assolutamente adatta per le testate del gruppo Newscorp. Nessuna preoccupazione, invece, per la concorrenza. Il fatto che altri quotidiani, come per esempio il britannico Guardian, non abbiano intenzione di aderire a questo metodo di diffusione delle proprie notizie non è rilevante e, nel lungo periodo, potrebbe non essere premiato. Questo è ciò che si pensa (ma forse non si dice, per scaramanzia) a News International, in attesa di verificare i primi risultati della notevole inversione di rotta. Certo è che se le cose dovessero funzionare, Times e Sunday Times saranno i primi (anzi, considerando il WSJ, i secondi) di una lunghissima serie di quotidiani che prenderanno coraggio e tenteranno fortuna nello stesso modo. (M.M. per NL)