Dopo aver travolto la catena di negozi Blockbuster e dopo aver triplicato il valore delle proprie azioni (ora 280 dollari) nel giro di un solo anno, Netflix esce dagli Stati Uniti e dal Canada (20 milioni di abbonati) per imporsi anche sui mercati internazionali.
Con un ordine ben preciso: prima di tutto il Vecchio Continente (il secondo maggiore consumatore di cinema hollywoodiano), poi l’Asia e, infine, il resto del mondo. Lo sbarco in Europa, come ha ammesso il fondatore di Netflix, Reed Hastings, terrà in particolare considerazione (guarda caso) il mercato italiano dove le offerte di video on demand stanno facendo in questo momento i loro primi passi. Ragion per cui la concorrenza potrebbe essere più spietata. Come è noto, per quanto riguarda il Belpaese, Netflix dovrà evidentemente temere i rivali di Mediaset Premium Net Tv e Sky Anytime, alter ego dell’omonimo servizio britannico in arrivo entro il prossimo Natale. L’idea è sempre quella che alimenta il mercato del settore dell’audiovisivo negli ultimi anni: internet, inteso in primis come mezzo per veicolare i contenuti, si sta imponendo come futuro della televisione. E non è solo il mezzo in sé a imporsi, ma anche il tempo che si destina alla fruizione dei medesimi contenuti e che sceglie, preferibilmente, la visione in differita. Con quale formula? Quella più semplice: pagare un fisso mensile per poter accedere a centinaia (se non migliaia) di contenuti. Senza penali per il ritardo della restituzione del dvd (come accadeva per Blockbuster) e con la possibilità di poter essere connessi non solo a decoder e tv internet-ready, ma anche alle consolle di videogiochi, in modo da raggiungere anche il pubblico più giovane e dinamico (almeno nelle scelte). Unico ostacolo, almeno per l’Italia, è il solito problema di ritardo nell’evoluzione della banda larga, che se già vicina alla congestione per quanto riguarda le connessioni di terza generazione con apparecchi mobili, è da considerare prossima al collasso nelle connessioni con velocità Dsl, a causa della spaventosa e rapida impennata del traffico. Insomma, Netflix, Mediaset Premium Net Tv o Sky Anytime otterranno sicuramente il favore del pubblico italiano, forse più disposto e più veloce di altri paesi europei a spendere in questo settore. Ma tutto il processo verrà rallentato dall’annosa (ormai bisogna considerarla tale) questione dell’evoluzione della banda larga alla quale pare sempre più difficile trovare un immediato rimedio. Un problema che, per fare un esempio decisamente comune, diventa riconoscibile sempre più spesso già nelle ore serali, e solitamente nelle località adiacenti alle grandi aree urbane non servite da fibra ottica: internet rallenta, il browser carica le pagine difficilmente e l’utente si innervosisce ricordando, suo malgrado, l’esasperante navigazione a 56Kb. Non è vero? (M.M. per NL)