Domani Clemente Mastella (foto) dirà di sì alla proposta indecente di Silvio Berlusconi ed il prossimo 13 aprile, presumibilmente, correrà tra le file della lista unica annunciata oggi dal Cavaliere e dal fido scudiero Fini? La domanda che sorge spontanea, però, è questa: l’Udeur sopravvivrà, sarà inglobato dal Partito delle libertà, o sarà semplicemente confederato, cercando di salvare capra e cavoli? Tra le motivazioni da soppesare per l’ex ministro Mastella, circa l’opportunità o meno di lasciare in vita la sua creatura (un partito basato sul “culto” del leader, che sarebbe lui) ce n’è anche una da non sottovalutare, perché economicamente molto influente: il ruolo de “il Campanile”, il quotidiano del suo attuale partito. Come previsto dall’ordinamento vigente, infatti, l’1,48% dei voti ottenuti dall’Udeur alle passate elezioni basta per aver diritto ad un giornale finanziato con il denaro pubblico. Come direbbero alcuni agitatori, con il denaro nostro. Clemente Mastella, che essendo giornalista regolarmente iscritto all’albo (nonostante in vita sua abbia fatto sostanzialmente solo politica, sedendo in Parlamento da oltre trent’anni), ben sa l’utilità di un organo di partito per le sorti del partito stesso, ha fortemente voluto la nascita di questo quotidiano. Così fortemente da andare contro tutto e tutti, persino, si dice, contro un altro piccolo giornale locale, che esce a San Severo, in provincia di Foggia, che da un giorno all’altro si sarebbe visto defraudato della propria testata: “il Campanile”, appunto. Nonostante questo, l’ex ministro è andato avanti per la sua strada, fondando il giornale, che oggi ha sede a Roma in Largo Arenula, 34. Sede acquistata dai due figli dell’ex Guardasigilli, Elio e Pellegrino. “Il Campanile” tira in totale 5.000 copie, ne distribuirebbe in media 1.500, poco meno della metà dei soli abitanti di Ceppaloni, il cui sindaco, come noto, è lo stesso Mastella. A sostenerlo sono voci ben informate, oltre che il giornalista Marco Lillo de “L’Espresso”, il quale ha fatto un’inchiesta che spiega come di queste 1.500 copie, la stragrande maggioranza andrebbe a finire dritta nella pattumiera, come testimoniato anche dal titolare dell’edicola di Largo Arenula, due passi dalla sede del giornale. “Da anni ne ricevo qualche copia – dice – ma non ne ho mai venduta una: vanno a finire dritte nella spazzatura”. Evidentemente, però, le copie finite nella spazzatura concorrono ugualmente al conteggio in base al quale si ricevono i contributi per la stampa. Tant’è che “il Campanile” riceve ogni anno 1.331.000 euro. Per tenere in piedi un quotidiano, però, occorre sottolineare che servono alcune migliaia di euro per i viaggi dei suoi cronisti, sempre dietro alla notizia. Nel 2005, ad esempio, “il Campanile” ne avrebbe spesi 98.000 per star dietro alla notizia, che, secondo quanto riportato dalle ricevute dei viaggi, sarebbero state inseguite (le notizie), nell’ordine, da: Sandra Lonardo (in Mastella), Elio Mastella e Pellegrino Mastella. Gli ultimi due biglietti emessi quell’anno a carico della testata, poi, sarebbero stati utilizzati, guarda caso, da Pellegrino Mastella e la sua dolce metà Alessia Camilleri (figlia di Carlo Camilleri), i quali, sempre per stare dietro alla notizia, avrebbero volato (e soggiornato) verso Cortina, raggiungendo papà e mamma alla festa nazionale dell’Udeur. Da allora nessun viaggio sarebbe stato più segnalato a carico della redazione de “il Campanile”. Che le notizie da seguire si siano rarefatte o il quotidiano non sia più l’efficiente macchina dell’informazione d’un tempo? Le spese di rappresentanza, quelle sì, ci sono ancora, ed ammonterebbero a 141.000 euro per il solo 2007. Dei quali, 22.000 sarebbero stati spesi soltanto per liberalità, ossia per regali. Un ultimo dato, infine, che dimostra la “necessità” dei fondi per “il Campanile” riguarda i rimborsi in benzina che i giornalisti ricevono. Il benzinaio di San Giovanni di Ceppaloni, proprio a due passi dalla splendida villa dell’ex ministro, emetterebbe mediamente 2.000 euro di benzina al mese, conto che andrebbe a finire proprio negli uffici della sede de “il Campanile”, in Largo Arenula. Forse che i redattori abbiano tutti una Porsche Cayenne 4.0 come quella di Pellegrino Mastella?.
Che l’entità dei finanziamenti pubblici alla stampa vada ridimensionata, o addirittura portata allo zero (come vorrebbe Grillo, che lo proporrà il prossimo 25 aprile per il V-Day2), appare una necessità che questo caso emblematico conferma per l’ennesima volta. Che l’editoria, così come la politica, possa a volte essere tacciato di essere un affare di famiglia è l’altro dato che emerge dalla paradossale vicenda de “il Campanile”. Non vada, poi, Elio Mastella e fare il moralizzatore nei confronti del giornalista delle “Iene”, Alessandro Sortino. A volte si fa miglior figura a star zitti. (Giuseppe Colucci per NL)