Le emittenti dovranno sostenere costi altissimi per acquistare nuovi impianti di alta frequenza e dovranno farlo in pochi mesi
(ADUC.it) – Il Governo ha accelerato i tempi ed ha tracciato la mappa per la conversione graduale delle regioni e cosi’ dopo la conversione della Sardegna, per il Lazio e la Campania, l’adeguamento tecnologico dovra’ avvenire entro e non oltre dicembre 2009. Le emittenti dovranno sostenere costi altissimi per acquistare nuovi impianti di alta frequenza e dovranno farlo in pochi mesi. Centoventicinquemila euro il costo medio di ogni apparato, venti ripetitori in media per ogni emittente, da convertire’. E’ il grido d’allarme lanciato da Gianna Mazzarella editrice di Napoli Tivu’.
‘Una vera e propria doccia fredda che arriva nel pieno di una crisi mondiale dell’economia, dove i fatturati pubblicitari hanno subito un calo medio del quaranta percento’, aggiunge Mazzarella .
‘Solo in Campania sono circa 1500 tra giornalisti, tecnici, e amministrativi delle televisioni private che potrebbero perdere il lavoro, senza considerare l’indotto. Il digitale terrestre va fatto e sara’ di sicuro per noi una nuova opportunita’ di ampliamento commerciale, non possiamo pero’ sottostare alle condizioni estreme di transizione alle quali ci stanno costringendo. Dopo 32 anni di mondo analogico, decidono di anticipare di tre anni la data dello switch-off senza tenere in considerazioni il punto di vista del piu’ folto gruppo di operatori di settore, l’emittenti regionali e cittadine’, osserva ancora ancora l’editrice di NapoliTivu’.
‘Non si e’ considerato che offrire dei contributi per 120 mila decoder, in una regione di 5 milioni di abitanti – conclude Mazzarella – significa uccidere il nostro mercato’.
‘Una vera e propria doccia fredda che arriva nel pieno di una crisi mondiale dell’economia, dove i fatturati pubblicitari hanno subito un calo medio del quaranta percento’, aggiunge Mazzarella .
‘Solo in Campania sono circa 1500 tra giornalisti, tecnici, e amministrativi delle televisioni private che potrebbero perdere il lavoro, senza considerare l’indotto. Il digitale terrestre va fatto e sara’ di sicuro per noi una nuova opportunita’ di ampliamento commerciale, non possiamo pero’ sottostare alle condizioni estreme di transizione alle quali ci stanno costringendo. Dopo 32 anni di mondo analogico, decidono di anticipare di tre anni la data dello switch-off senza tenere in considerazioni il punto di vista del piu’ folto gruppo di operatori di settore, l’emittenti regionali e cittadine’, osserva ancora ancora l’editrice di NapoliTivu’.
‘Non si e’ considerato che offrire dei contributi per 120 mila decoder, in una regione di 5 milioni di abitanti – conclude Mazzarella – significa uccidere il nostro mercato’.