Per Gasparri (quello della legge 112/2004) il digitale terrestre avrebbe salvato le televisioni locali dal “nanismo imprenditoriale”, consentendo loro di svilupparsi fino alla dimensione voluta, senza condizionamenti tecnici e giuridici. Insomma, senza lucchetti e catene.
A distanza di sei anni da quelle dichiarazioni gli stessi soggetti (son cambiate le facce ma non gli intenti) ci fanno però sapere che l’obiettivo primario non è più quello di far crescere le imprese tv locali. Il target, ora, è di farle sopravvivere. Tanto che, dopo un Piano nazionale di assegnazione delle frequenze che definire elitario è un eufemismo, si parla già di graduatorie (degli operatori esistenti) per le assegnazioni di canali, perlopiù mezzi scassi, residuati dal simposio nazionale. Così, i gonzi che aveva creduto alle fole digitali scoprono che forse era meglio rimaner nani.