Roma – Impantanato nello scandalo dei predatori sessuali online, il portale di social networking di News Corp. ha risposto negativamente alla richiesta dei procuratori generali di North Carolina, Connecticut, Georgia, Idaho, Mississippi, New Hampshire, Ohio e Pennsylvania, che hanno espressamente richiesto la comunicazione dei profili appartenenti a noti criminali registrati nel sito.
Hemanshu Nigam, responsabile della sicurezza di MySpace.com, ha giustificato la decisione con la necessità di ottemperare alla legge federale del 1986 Electronic Communications Privacy Act, che protegge le comunicazioni elettroniche degli utenti contro il ricorso indebito alla sorveglianza governativa senza ordine espresso del potere giudiziario.
“Siamo realmente dispiaciuti che i procuratori generali abbiano deciso di inviarci una lettera” ha dichiarato Nigam in una intervista, “quando c’è un preciso percorso legale da seguire” in casi del genere. Secondo Richard Blumenthal, procuratore del Connecticut, non è al contrario necessaria alcuna ingiunzione giudiziaria perché MySpace fornisca i nomi dei sexual offender agli uffici che ne hanno fatto richiesta, e si dice “profondamente deluso e preoccupato per questo rifiuto irragionevole e senza motivazioni fondate”. MySpace, dice il procuratore, così fa il gioco dei criminali ed impedisce alla giustizia di agire efficacemente contro i potenziali rischi alla società.
Roy Cooper, promotore della famigerata “lettera degli 8”, si dice rattristato nel vedere che “MySpace preferisce proteggere la privacy dei predatori sessuali piuttosto che la sicurezza degli adolescenti”. Risponde Christian Genetski, avvocato già rappresentante degli interessi di MySpace, dicendo come a suo avviso in realtà una subpoena sia in effetti necessaria, per ottenere quel genere di informazioni che i procuratori stanno cercando di recuperare in maniera sostanzialmente “ufficiosa”.
Secondo Nigam, MySpace tiene a cuore la sicurezza dei propri utenti in giovane età, ed ha tutto l’interesse a collaborare con le istituzioni per identificare e “ripulire” i predatori sessuali dal portale: prova nei sia l’annuncio di aver individuato e cancellato “alcune migliaia” di profili appartenenti a criminali noti, come parte del suo programma di contrasto al fenomeno. “Le preoccupazioni dei procuratori generali e le nostre sono esattamente le stesse” chiosa il responsabile della sicurezza del sito.
Alfonso Maruccia