Il futuro della musica su YouTube sarà con ogni probabilità YouTube Music: la recentissima approvazione della direttiva sul copyright UE sembra infatti essere sulla strada giusta per mettere fine allo scontro tra autori e distributori, di cui la celebre piattaforma SVOD statunitense è tra i principali attori.
In breve, la richiesta da parte di editori ed artisti, nei confronti di questa tipologia di servizi di streaming video on demand (SVOD), è quella di ricevere compensi più equi per le riproduzioni ed evitare il caricamento sulla rete di contenuti privi di licenza.
Ma perché YouTube è ancora dominatore dello streaming video?
Il rapporto MIDiA (elaborato dalla società omonima che analizza media e tecnologie) riguardante l’andamento economico musicale su YouTube ha rivelato come, nonostante il moltiplicarsi di servizi di streaming audio, sempre più utenti optino per il noto OTT. Ancora più rilevante è che l’utilizzo maggiore della piattaforma abbia ad oggetto proprio contenuti musicali e per questo, già da tempo, si trova al bivio tra l’essere un problema per le case di registrazione ed esserne, invece, il miglior alleato per diffondere i contenuti.
A dimostrazione di ciò, già nel 2016 – secondo i dati della società MIDiA – YouTube era stato riconosciuto come il principale mezzo attraverso il quale le persone di età compresa tra i 16 e i 44 anni consumano musica. Addirittura, per i Millennials, rappresenta lo strumento esclusivo, dal momento che la radio cede sempre di più il passo allo streaming: in Brasile, ad esempio, ben il 73% degli utenti di età compresa fra i 16 e i 19 anni ascolta musica in streaming tramite YT.
Questo risultato è stato raggiunto grazie ai progressi fatti sulle funzioni di scoperta e recommendation che aiutano l’utente a trovare artisti simili a quelli che ha appena finito di ascoltare (stesso modello di Spotify), le quali hanno reso anche più veloce il processo di creazione di nuove hit. Infatti, se nel 2010 ad un brano mediamente servivano 1.841 giorni per raggiungere il miliardo di visualizzazioni, oggi esso impiega in media 121 giorni.
Sebbene quelli musicali siano la tipologia di video più cliccata, non hanno un forte impatto sulle entrate economiche, al contrario di un altro genere di video molto seguito: i gameplayer, filmati di commento e analisi di videogiochi, che, data la lunghezza del contenuto, permettono di inserire più annunci video nell’arco della trasmissione (per quelli musicali ciò non è possibile data la brevità).
Le etichette discografiche e i distributori di musica ritengono, inoltre, di non percepire i giusti proventi derivanti dagli ascolti dei loro prodotti. Anche da ciò è nata l’esigenza di lanciare la versione a pagamento YouTube Music.
In tal modo potrebbe essere messa in atto una strategia finalizzata a garantire maggiori incassi per coloro che cedono i diritti, attraverso il pagamento di abbonamenti, come già avviene per altri fornitori di servizi streaming musicali.
Bisognerà poi valutare se il servizio YouTube Music potrà essere la soluzione più proficua, poiché il successo di YT è sempre stato fondato sulla gratuità del servizio e sulla capacità di riuscire a monetizzare su larga scala, con un pubblico non pagante, grazie alla visibilità degli annunci fornita dalla piattaforma. Inoltre, con quello che si prospetta essere il nuovo copyright UE, non si potrà fare diversamente: l’over the top dei video in rete garantisce sempre un alto numero di visualizzazioni e rappresenta un partner essenziale per i distributori di musica. Se dovesse essere oscurato per motivi di violazione del diritto d’autore, causerebbe un grosso vuoto di ascolti molto difficile da colmare. (D.D. per NL)