In cinque anni gli utenti di iTunes hanno scaricato dall’omonima piattaforma circa cinque miliardi di canzoni, film, contributi audio e video. E il successo ha permesso di eliminare, esattamente lo scorso inverno, la concorrenza di WalMart e di mantenere un notevole distacco da Amazon. Il traguardo è tanto importante che in casa Apple sono iniziati i festeggiamenti. E come di consueto qualche curioso cerca di fare i conti in tasca al signor Steve Jobs. La cifra record di 5 miliardi comprende, per lo più, canzoni sulle quali Apple non avrebbe un grande margine di guadagno: se consideriamo che un singolo file viene venduto a 0,99 centesimi di dollaro e di questi la maggior parte ingrassa le major, si intuisce che il guadagno della “casa della mela” deve obbligatoriamente avere origini diverse. Tuttavia la cifra scelta per vendere i singoli file musicali è ciò che avrebbe reso iTunes così famoso e che, soprattutto, avrebbe fatto da apripista prima, da traino poi, per la vendita dell’iPod. Infatti, il lettore mp3 di casa Jobs, con il suo prezzo base di 45 euro per la versione Shuffle da 1 GB, arriva ai 459 euro dell’iPod Touch da 32 GB, generando la quasi totale fortuna della mela morsicata. Solo una parte minore dei ricavi di Apple arriva da video, film e serie tv che si possono acquistare per un massimo di 16 dollari, oppure noleggiare a circa 3, dal web. L’azienda di Jobs ha dichiarato che ogni giorno gli internauti consumano circa 50 mila video e che i margini di profitto, di conseguenza, sono più alti. Se però consideriamo che questi numeri sono realizzati su un archivio limitato a circa 2 mila film e 20 mila serie tv, contro l’archivio musicale che è composto da 8 milioni di canzoni, si possono trarre conclusioni diverse. Paragonati alla concorrenza, 5 miliardi di download sono una cifra esorbitante, ma solo se non considerati come valore assoluto. Infatti, tante transazioni non bastano a risarcire le casse delle case discografiche (ormai, per questo e altri motivi, in caduta libera) e a ripagare Apple dei costi di allestimento e disallestimento della piattaforma on line. E per dare ancora di più l’idea di quanto sia “misero” il risultato di 5 miliardi di file scaricati, è sufficiente pensare che, sui servizi di file-sharing, gli utenti condividono oltre 5 miliardi di canzoni solo nel giro di qualche settimana. A questo punto, la riflessione lecita è che forse tanta domanda necessiterebbe di un altro tipo di offerta. Il juke box on line, con la sua aurea di legalità e correttezza, inizia a piacere, ma l’oggetto dei desideri di ogni internauta moderno rimane il peer-to-peer: bello, facile, ma dannato!.(Silvia Bianchi per NL)