Se Google ritarda (volontariamente) la stipulazione di un accordo per la veicolazione gratuita delle notizie online e l’Associated Press (AP) di fatto non riesce a controllarne il sistema, è compito di un terzo soggetto tentare di risolvere l’annosa questione. E chi meglio di Rupert Murdoch può sperare di risolvere un problema tanto complesso, quanto dannoso (in termini economici) per tutte le più prestigiose testate dell’editoria internazionale? Secondo quanto recentemente dichiarato dal Los Angeles Times, il magnate australiano avrebbe infatti contattato gli amministratori dei più grandi giornali statunitensi (tra questi il New York Times, il Washington Post e lo stesso L.A. Times) per studiare una strategia comune di pagamento di contenuti sul web, che coinvolga contemporaneamente tutti i siti web e tutte le redazioni. Dunque, l’unica soluzione rimasta sembra quella delle “pay news”, in un momento in cui molte testate (locali soprattutto) chiudono per sempre i battenti e l’editoria ha capito di dover imparare a rinnovarsi, a rilanciare i propri prestigiosi contenuti sul mercato. Murdoch è piuttosto sicuro dei risultati che si potrebbero ottenere (anche a breve termine) con questa svolta economica. A confermare la sua posizione è l’esperienza del Wall Street Journal online, i cui introiti per abbonamenti sono in continua ascesa. Vero è che il WSJ conta sull’apporto di lettori professionisti che poco potrebbero avere in comune con i lettori di un quotidiano tradizionale, ma che sicuramente pagano volentieri per poter fruire contenuti difficilmente reperibili altrove. Molti credono che questo sistema dovrebbe stimolare giornalisti ed editori a trovare vie sempre più esclusive per attrarre i lettori. Altri temono che il sistema di pagamento dei contenuti online possa per sempre ingessare il mondo della carta stampata: del resto chi pagherebbe due volte (cartaceo e online) per leggere gli stessi contenuti? Taluni sono poi sicuri che la complementarietà tra web e carta stampata rimarrà sempre tale e che gli abbonamenti potrebbe essere costituiti anche in forma trasversale (quindi che contemplino sia il tradizionale quotidiano che la fruizione di determinati contenuti online). Sicuro è che il sistema di Murdoch sembra già aver riscosso un enorme successo. Non è un caso che la start-up Usa Journalism Online, nata proprio con lo scopo di aiutare i giornali a guadagnare con internet, abbia già raccolto 500 adesioni tra testate e riviste statunitensi. E se tutto ciò dovesse funzionare davvero? Bye bye Google News. (Marco Menoncello per NL)