Rupert Murdoch (foto) ci prova ancora. Questa volta l’obiettivo dichiarato è uno dei più famosi, venduti e blasonati quotidiani d’America: il “Wall Street Journal”. In particolare, il magnate australiano avrebbe presentato un’offerta di cinque miliardi di dollari per l’acquisizione di Dow Jones, la società borsistica che controlla il quotidiano, valutando, così, le azioni del colosso newyorchese 60 dollari, circa il doppio della reale valutazione. Certo è, però, che il diffondersi della notizia circa l’offerta d’acquisto ha fatto schizzare il titolo in borsa, producendo un incremento del 55% del valore delle azioni, arrivando quasi a toccare quota 60 dollari (sono arrivate a 56,2 $), la cifra proposta da Murdoch. La Dow Jones, fondata da Charles Dow e da lui presieduta sino al 1902, è, dalla data di morte del finanziere, in mano alla famiglia Bancroft, che tuttora ne controlla un quarto della quota azionaria ed il 64% (decisivo per le sorti della società) dei voti in consiglio d’amministrazione. I Bancroft si sarebbero dichiarati contrari all’acquisto della società da parte dello “squalo”, per una serie di motivazioni, prima tra tutte, come sempre, una di carattere politico. Essi sono, tradizionalmente, conservatori e l’impronta della società e del quotidiano che questa edita è sempre stata in linea con tale pensiero. Murdoch, da par suo, è vicino anch’egli all’ideologia conservatrice ma, secondo quanto sostiene l’attuale proprietà, il suo capitalismo sfrenato mal si concilia con il proprio tradizionalismo. Inoltre, l’australiano sarebbe stato giudicato troppo anziano e privo di eredi degni di una tanto preziosa, ma allo stesso tempo delicata, eredità. Certo, però, che a dispetto dell’età, Murdoch porterebbe una serie d’innovazioni importanti, specie sul versante editoriale, per quel che concerne il “Wall Street”. In un’intervista ad un’emittente americana, infatti, ha dichiarato, nel caso riuscisse nel suo intento, che trasformerebbe la Dow Jones, con quotidiano annesso, nel più grande medium globale nel campo dell’informazione economico-finanziaria, da lui giudicata la frontiera su cui puntare, assieme allo sport, per quanto riguarda l’e-business. Punterebbe, quindi, molto sul settore elettronico, seguendo, così, la strada tracciata dal “New York Times” e cercando di scalzare “Usa today” dalla prima posizione tra i quotidiani più venduti negli Stati Uniti. Un’ultima indiscrezione: i Bancroft, spaventati dall’aggressività di Murdoch, parrebbero intenzionati a trattare, invece, con altri attori del mercato finanziario americano, da Darren Buffett a Michael Bloomberg, fino a Bill Gates. Se Murdoch è soprannominato “lo squalo”, proprio per la sua attitudine ad un capitalismo spregiudicato, questi non sono certo dei pesciolini rossi. (Giuseppe Colucci per NL)