Il giornale dei giornalisti, così era stato battezzato alla sua nascita, il 23 settembre 2009. Nei primi due mesi di vita aveva venduto, solo in edicola, 80mila copie al giorno.
Oggi sono passati diciotto mesi e la media è rimasta pressoché invariata: 73-74mila copie, cui si aggiungono le 25mila degli abbonati. Cifre che posizionano il quotidiano nelle primissime posizioni tra i cartacei più venduti, nonostante sia stato concepito come un "secondo giornale". Sin dagli inizi, però, essendo nato – al contrario dei grandi giornali che dominano il mercato – nell’epoca in cui la stampa sta agonizzando, ha avuto una forte vocazione digitale. La sua edizione sul web, diretta da Peter Gomez, viaggia a una media di 300mila contatti giornalieri, esiste un gran numero di abbonati all’edizione digitale (pdf) del quotidiano e, soprattutto, i suoi giornalisti – la cui età media è probabilmente la metà di quella degli altri quotidiani – hanno sempre mostrato una forte propensione verso la multimedialità. I video e i video reportage sono una parte integrante del portale e proprio con un lungo video di otto minuti poche settimane fa il giornalista Federico Mello aveva introdotto il pubblico alla nuova sede di Via Valadier, a due passi da Via Cola di Rienzo, a Roma. Dopo aver vissuto per un anno e mezzo in “due camere e un tinello”, come dice Mello nel video, la redazione guidata da Antonio Padellaro ha deciso di investire buona parte degli utili portati dall’ottimo andamento in edicola in una nuova sede, molto più grande e moderna. Altra parte degli utili sarà investita, secondo quanto affermato da Padellaro stesso e riportato dall’Ansa, in un altro importante progetto che, a detta del direttore, potrebbe partire entro l’anno. Si tratta di una web tv, un prodotto della convergenza multimediale che si addice alle caratteristiche della redazione del Fatto. “Stiamo ragionando sulle soluzioni tecniche – ha detto Padellaro -, magari stringendo anche accordi con emittenti su digitale terrestre o satellite per trasmetterne parte della programmazione”. L’esperimento dovrebbe andare in porto prima della fine del 2011 e dimostra che, quando è capace di combinarsi con i nuovi strumenti di comunicazione, la carta stampata è tutt’altro che morta. (G.M. per NL)