Morto Paolo Ficara, editore di “Play tv – La tv delle passioni”. Un infarto la causa probabile del decesso

E’ morto all’improvviso, probabilmente per un infarto, che lo ha colto mentre si trovava in una stazione di servizio, sulla A4 direzione Brescia, sulla via di casa.
Paolo Ficara, trentotto anni, vicepresidente della Holding Multi Media srl, editrice di Play Tv (di cui era vicepresidente, conduttore e autore di alcuni programmi), “la tv delle passioni”, canale satellitare generalista, se n’è andato ieri sera, intorno alle 22 e 30. Aveva fatto sosta in un autogrill, per fumare una sigaretta, dicono, quando il malore lo ha colpito e, nonostante il pronto intervento del 118, non c’è stato nulla da fare. Un infarto fulminante ha stroncato la vita e la carriera di un giovane imprenditore di successo, calabrese di origine, nato a Bova Marina, in provincia di Reggio Calabria, e trasferitosi all’età di 23 anni in Lombardia, per cercar fortuna. Ficara aveva iniziato, da Bergamo, nel 1995, con un’attività legata alle riviste d’inserzioni, in collaborazione con un altro imprenditore suo conterraneo, Francesco Santo Trimboli. Poi, la creazione di un gruppo editoriale nel campo delle produzioni televisive e, finalmente, nel 2004, la nascita della sua creatura più importante: Play Tv, ovvero “la tv delle passioni”. Play Tv nasce come un’emittente satellitare generalista, fruibile sul canale 869 di Sky o, in chiaro, tramite qualsiasi decoder comune. Ha una programmazione composta da produzioni autonome, che spaziano all’interno di campi differenti (dall’intrattenimento legato al gossip, alla produzione di fiction, fino ai programmi di salute e benessere), con un occhio particolare al mondo dello sport, specie a quello semi-professionistico ed ai retroscena legati a questo settore. Gli editori di Play Tv si sono sempre vantati d’aver costruito l’unica emittente satellitare con una programmazione generalista e popolare e che, proprio per questo, sono riusciti a ritagliarsi una buona nicchia di spettatori, approfittando anche del lento declino dei canali generalisti nazionali analogici, Rai e Mediaset. La morte improvvisa di Ficara non fermerà certo il progetto di Play Tv, ma d’ora in avanti priverà l’emittente del suo deus ex machina. Appena due mesi fa  (il 13 settembre) l’imprenditore calabrese era stato intervistato da Walter Giannò per il portale palermo.blogsicilia.it, in occasione della nascita del nuovo programma d’intrattenimento sportivo, “Centrocampo”, ideato dallo stesso Ficara assieme alla conduttrice Giusy Randazzo. “Centrocampo” è un programma calcistico che concentra la propria attenzione sulle gesta della squadra di Palermo: una scelta inusuale per un’emittente che, pur trasmettendo via satellite e quindi su tutto il territorio nazionale (e oltre), resta comunque lombarda. Il giornalista di palermo.blogsicilia.it aveva esordito, domandando a Ficara ciò che pensasse dell’imminente passaggio definitivo alla televisione digitale terrestre. “Il digitale terrestre è sicuramente una crescita per quel che concerne l’offerta di programmi, di canali e di conseguenza di scelta per l’utente finale. – aveva esordito – Naturalmente ogni crescita coincide con qualche perdita o qualche cambiamento fisiologico e strutturale del sistema”. “A farne le spese saranno le piccole emittenti – aveva continuato – che, economicamente e strutturalmente, non potranno aderire al sistema di digitale terrestre”. Aveva poi chiarito quelli che, secondo lui, sarebbero stati i punti deboli del passaggio al dtt: “Primo, il digitale terrestre non è altro che un ripiego a cercare a tutti i costi l’evoluzione, ma mi sento di dire che è un ritorno al passato. Si cercava di eliminare le antenne dagli edifici, e invece mi sa tanto che le stesse aumenteranno. Nei paesi dell’Est (che noi riteniamo inferiori tecnologicamente) esiste già da molti anni la tv via cavo. Secondo, il problema sta nei contenuti. Si dovranno riempire di contenuti obbligatoriamente tutti i canali. E la domanda sorge spontanea: se già le tv nazionali mandano in onda spazzatura pur di riempire il singolo spazio televisivo, cosa accadrà quando saranno obbligati a riempirne almeno 6 di canali per singola emittente?”. Nel seguito dell’intervista, poi, Ficara aveva avuto parole d’elogio per il proprio progetto editoriale. “Play Tv va bene. – aveva sostenuto – In questi momenti di crisi generale Play Tv se non altro riesce a conservare la propria identità di tv generalista a tutti gli effetti, non cedendo alla tentazione di cartomanti, codici erotici e televendite in genere. Continuiamo sulla nostra strada con la passione di sempre, coltiviamo l’amore per i programmi sportivi di qualsiasi genere, per le discipline fisiche (vedi calcio, tennis, volley calcio a 5, ciclismo a quelle motorizzate, vedi rally, go kart, fuoristrada, Ferrari challenge, ecc). Naturalmente ogni tv ha il suo cavallo vincente: Play Tv ha la fortuna di avere nel suo schieramento dei veri professionisti. Mi riferisco a tutti i conduttori e a tutte le conduttrici dei programmi”. Conduttori e conduttrici che, da oggi, dovranno fare a meno del loro guru. (G.C. per NL)

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