Quando, il 3 gennaio 1954, la televisione italiana aprì ufficialmente i battenti, lui già c’era. E ne ha viste (e ne ha fatte) tante in oltre trent’anni di carriera. Nato a Milano nel 1920, Eros Macchi, di professione regista e autore televisivo, esordisce quando la Rai mandava in onda ancora alcune trasmissioni sperimentali. Lui si occupava del rotocalco d’informazione “Avvenimenti d’oggi” ma, nell’arco degli anni, cambierà genere diverse volte. Già nel 1954 cura la rubrica di musica leggera “Orchestra delle 15”, presentata da Febo Conti, nel ’55 era il regista del varietà “Via delle sette note”. Poi, “Un, due, tre”, “Canzonissima”, “Doppia coppia”, con Alighiero Noschese e Bice Valori, “Signore e Signora” e “Vengo anch’io” che, nell’estate del 1968, teneva appiccicate 16 milioni di persone davanti ai teleschermi. Una volta andato in pensione, e ritiratosi a Cortona, in Toscana, il figlio Stefano racconta che non guardasse quasi più la tv, quasi fosse stanco di quella scatola cui tanto si era dedicato negli anni d’oro della sua vita. Macchi è morto lo scorso giovedì, a Rocca di Papa, vicino Roma, ma la notizia della sua scomparsa è stata resa nota solo ieri. (Giuseppe Colucci per NL)