Sembra assurdo e paradossale, giusto due giorni fa chi vi scrive aveva citato il grande Franco Carlini (foto) in un articolo inerente lo sproloquio del boss di Reporters sans frontieres, Robert Mènard, riguardo le tecniche di tortura utilizzate in guerra. Carlini era stato l’unico in Italia (seguito a ruota dal blog di Gennaro Carotenuto) a denunciare il fatto, mettendo alla berlina quello che il mondo intero aveva sempre considerato una sorta di oracolo della libertà d’azione ed espressione nel mondo. Chi avrebbe mai immaginato che appena ventiquattr’ore, a soli 63 anni, Franco Carlini ci avrebbe lasciato a causa di un malore improvviso che lo ha colpito nella sua casa di Genova.
Carlini era uno dei massimi esperti di internet del nostro Paese, uno dei pionieri dell’utilizzo della rete, oltre che collaboratore della Rai e prestigiosa firma di diversi tra i maggiori quotidiani e periodici italiani: da “il Manifesto” al “Corriere della sera”, fino a “L’Espresso”. Laureato in fisica, ricercatore al Consiglio Nazionale delle Ricerche, da poco più di dieci anni aveva deciso di dedicarsi alla professione giornalistica dirigendo, tra le altre cose, la società Totem, un progetto da lui ideato e portato avanti insieme a una redazione di 13 giovani giornalisti. Carlini era considerato un maestro da tutto un filone di giornalisti non allineati, che hanno individuato nel web l’unica via per un’informazione davvero libera. Questo lui l’aveva capito molti anni fa. Dirigeva una serie di siti e blog in rete, tra i quali il più celebre era certamente “Chips & Salsa”, omonimo della rubrica che curava per “il Manifesto”. I funerali si svolgeranno il 1° settembre alle 11,45 nella chiesa di NS della Consolazione, a Genova. Dopo la cerimonia, amici e familiari lo ricorderanno al Cineclub Nickelodeon, in Via della Consolazione 1. (Giuseppe Colucci per NL)