Nemmeno in presenza di situazioni di estremo allarme gli sbandati e malrappresentanti operatori tv locali mostrano coesione.
Alla notizia che una serie di canali dovranno essere dismessi entro dicembre 2014, perché incompatibili con le emissioni estere, i più hanno scorso l’elenco tirando un sospiro di sollievo ove la propria frequenza non risultava iscritta. Qualcuno è arrivato addirittura a gioire nel trovare in lista il canale dell’odiato concorrente. I tapini non hanno però valutato che, ove gli attuali assegnatari delle risorse da liberare non accettassero il magro indennizzo elemosinato da uno stato in disgrazia, a poter essere aggrediti sarebbero gli ultimi in graduatoria d’attribuzione. L’unico scampo, ove i conti tra dare ed avere lo concedessero, sarebbe valersi delle frequenze a vario titolo adoperabili (come il canale 35 in Lombardia, oppure le frequenze dello snobbato dividendo interno). Ma è certo che nemmeno su questo si troverà un accordo.