Benjamin Swinburne, managing director and head of U.S. Media Research di Morgan Stanley, ha diffuso agli investitori una nota destinata a creare non pochi grattacapi finanziari ai grandi gruppi radiofonici americani. Nella sua comunicazione il top manager della banca d’affari segnala infatti alcune tendenza nella fruizione di contenuti audio. Ribadendo un concetto ormai chiaro: il cambio generazionale nell’ascolto sta ridistribuendo le quote dell’audio. Giù le trasmissioni radiofoniche; tiene SiriusXM (pay), crescono Spotify (freemium) e YouTube (freemium). Ma Swinburne lo fa calcando la mano.
Secondo l’esponente di Morgan Stanley, la radio AM-FM ha visto la sua quota di ascolto scendere di 300 bp, collocandosi al 36%. Rimane leader nel complesso, ma lascia ampio – troppo – spazio allo streaming on demand.
Il comportamento dell’utenza
Nel dettaglio dello studio di Morgan Stanley, si nota come il comportamento di ascolto varia ampiamente in base all’età, con Spotify che ottiene la più grande quota di ascolto tra i 18-29 anni (21%), doppiando Apple Music. La piattaforma di Daniel Ek, in particolare, registra un aumento del 25% delle ore d’ascolto (circa 4,2 settimanali).
Radio gradita (solo) al 57% degli over 65
Ciò a fronte di una quota del 57% per le trasmissioni radiofoniche tra i 65+. Il che, tuttavia, non è considerato positivamente, visto che in quel target ci si aspetterebbe una penetrazione ben superiore.
Spotify deve portare utenti free a diventare pay
Nel rapporto di Morgan Stanley si legge che “nonostante il 50% gli utenti degli smartphone negli Stati Uniti siano abbonati a un servizio di streaming a pagamento, la sfida per Spotify e altri SOD è traghettare gli utenti free alle soluzioni pay”.
Obiettivo: aumentare l’ascolto in automobile
Il top player dello streaming on demand sta anche puntando ad aumentare l’ascolto in auto, dove la quota è ancora bassa, anche se “in aumento di 300 bp col 10%”.
YouTube leader nel segmento dello streaming supportato da pubblicità
Situazione differente per YouTube che, pur avendo una condizione simile a quella di Spotify, gode di una popolarità superiore nello streaming di musica supportato da pubblicità.
Crescita di Spotify più veloce di quella di Apple Music e YouTube Premium
Morgan Stanley, infine, osserva come “la penetrazione dell’offerta a pagamento di Spotify ai titolari di smartphone iOS e Android sia aumentata in linea, ma in anticipo, rispetto alla penetrazione di Apple Music e YouTube Premium“.