Venerdì 30 marzo, Roma, convegno della Fieg: “Sky non ha limiti pubblicitari, è un monopolista di fatto. Ha alterato gli equilibri con Mediaset e a cascata sul sistema dei media”. Domenica 31 marzo, pronto chiarimento con i vertici di Sky: nel contesto preciso in cui è stato pronunciato, si trattava di un excursus storico sull’ingresso sulla scena pubblicitaria da parte della tv commerciale (Mediaset) e di quella a pagamento (Sky). Un dato di fatto e non un giudizio di merito. Ovvero, come scatenare un’inutile ed infuocata polemica e farla rientrare nel giro di sole ventiquattr’ore con la diplomatica maestria dell’industriale e uomo politico navigato. E’ accaduto a Luca Corsero di Montezemolo (foto), presidente di Ferrari e Confindustria, in occasione del suo intervento al convegno tenutosi a Roma la scorsa settimana per discutere sul futuro dei media. Alla sua frase poco felice (ma, probabilmente, non destituita di fondamento) Sky non ha tardato a rispondere con una nota altrettanto polemica, diffusa dal responsabile Comunicazione dell’emittente. La nota recitava: “Siamo francamente sconcertati dalle parole del presidente di Confindustria che denunciano la totale mancanza di conoscenza delle normative in materia di affollamenti pubblicitari in ambito televisivo. Contrariamente a quanto affermato, Sky è sottoposta agli stessi limiti delle altre emittenti nazionali, così come definiti dall’articolo 38 del Testo Unico sulla Radiotelevisione. Limiti che non consentono alle emittenti della pay tv, così come a qualsiasi altra rete televisiva o fornitore di contenuti in ambito nazionale, di superare il tetto del 15% dell’orario giornaliero di programmazione”. Secca e stizzita è stata, quindi, la risposta di Sky, la quale necessitava un pronto chiarimento da parte di Montezemolo, per non rischiare di incrinare i rapporti, fondamentali per l’equilibrio dell’industria radiotelevisiva. E chiarimento è stato. (Giuseppe Colucci per NL)