Monito dell’Agcom ad intervenire sulle nuove regole Rai della par condicio. Regolamento da interpretare, secondo Zavoli

Sergio Zavoli pensa “non ad uno stravolgimento”, ma ad una “ragionevole interpretazione” del nuovo regolamento sulla par condicio approvato, dalla Commissione di Vigilanza Rai per disciplinare le trasmissioni pubbliche in occasione delle elezioni amministrative del 28 e 29 marzo prossimi.

Il presidente della Commissione parlamentare per l’indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi risponde dunque con un atteggiamento di confronto e di dialogo all’invito rivoltogli dal Presidente dell’Agcom, Corrado Calabrò, il quale lo ha sollecitato ad intervenire sulle nuove disposizioni che estendono ai programmi informativi della Rai la stessa disciplina prevista per le trasmissioni di comunicazione politica. Ciò al fine di evitare che l’Autorithy si trovi a dettare, per le emittenti radiotelevisive private, regole diverse sulla seconda fase della campagna elettorale, rispetto a quelle stabilite per i programmi Rai. L’Agcom, infatti, tra circa una decina di giorni dovrà emanare la delibera che regolamenterà il periodo compreso tra lo spirare del termine per la presentazione delle candidature (27 febbraio) e la chiusura della campagna elettorale (26 marzo), avendo già provveduto, con la delibera n. 24/10/CSP del 10 febbraio, a disciplinare la prima fase della compagna elettorale (cioè il periodo dalla data di indizione dei comizi elettorali, avvenuta l’11 febbraio, e il termine per la presentazione delle candidature). Calabrò, in una lettera inviata a Sergio Zavoli, ha sottolineato come la normativa vigente sulla par condicio preveda una distinzione tra programmi di comunicazione politica e trasmissioni di informazione, differenza di cui il regolamento della Vigilanza Rai questa volta non ha tenuto conto. Il testo, che è stato pubblicato ieri sulla Gazzetta Ufficiale ed e dunque entrato in vigore oggi, all’art. 6, comma 4, stabilisce infatti che “Le trasmissioni di informazione, con l’eccezione dei notiziari, a partire dal decorrere del termine ultimo per la presentazione delle candidature, sono disciplinate dalle regole proprie della comunicazione politica”. Ciò significa che anche i programmi informativi (tra i quali rientrano anche le trasmissioni di contenuto informativo, a rilevante presentazione giornalistica, caratterizzate dalla correlazione ai temi dell’attualità e della cronaca, come “Porta a Porta”, “Annozero”, “Ballarò”, etc.) dovranno essere ingabbiati nelle rigide regole dettate per le trasmissioni di comunicazioni politica, tra le quali l’obbligo, nella seconda fase della campagna elettorale, di ripartire il tempo per una metà in parti uguali tra i soggetti candidati alla presidenza delle regioni e per una metà in parti uguali tra gli esponenti di liste politiche che si presenteranno in almeno un quarto delle regioni. Il regolamento prevede anche che nella fase successiva alla scadenza per la presentazione delle candidature, le Tribune politiche devono essere “collocate negli spazi radiotelevisivi che ospitano le trasmissioni di approfondimento informativo più seguite, anche in sostituzione delle stesse, o in spazi di analogo ascolto”. Calabrò ha evidenziato che, se non si interverrà sulle nuove disposizioni con una “soluzione praticabile”, l’Agcom si troverà di fronte ad una difficile scelta: adottare, come è sempre avvenuto, “disposizioni conformi” a quelle emanate per la Rai, “esponendoci così a ricorsi presso il giudice amministrativo che desterebbero non poca preoccupazione” o, al contrario, “disciplinare i programmi di informazione delle emittenti televisive private in maniera difforme” determinando in tale modo “una distonia non di poco momento”. Adesso dunque a Zavoli il difficile compito di portare a termine, con successo, il lavoro di mediazione sulle norme in discussione. (Daniela Asero per NL)
 

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