Giorni di fuoco per gli operatori tv locali del Nord quelli appena trascorsi e settimana incandescente quella che li attende.
Lunedì, la Direzione tecnica del MSE-Com dovrebbe concludere il primo masterplan dell’Area Tecnica 3, che verrà quindi sottoposto agli organi di indirizzo politico previa verifica della corrispondenza giuridica. Lo spazio per tutti dovrebbe essere stato trovato. Ma a caro prezzo, come anticipato da questo periodico (ancora una volta prima di tutti). Il riciclo frequenziale portato all’ennesima potenza renderà un quadro radioelettrico dell’AT3 così eterogeneo da necessitare, con assoluta certezza, di un lungo lavoro post switch-off di raffinamento. Tanto che lo stesso Calabrò (le cui delibere su PNAF e LCN hanno superato l’esame del TAR Lazio, seppur al termine di una valutazione sommaria, tipica di una fase cautelare) ha messo le mani avanti in tal senso nell’audizione al Senato. Le emittenti, frattanto, sono imbestialite con le loro associazioni: la maggioranza ritiene di non essere stata difesa e i malumori fino a ieri si coglievano in maniera fin troppo netta. Qualcuno arriva a sostenere che l’assegnazione multipla dello stesso canale su sottobacini tecnicamente troppo vicini sia indirizzata a favorire la creazione di mux consortili. Difficile, per come è stata gestita la procedura, che a monte ci sia stata una strategia così perversa. Però non dispiacerà ai nostri amministratori pubblici se l’effetto sarà questo.