E’ curioso come le emittenti locali siano sempre intempestive nel rendere dichiarazioni o assumere iniziative a riguardo degli eventi epocali che le riguardano più da vicino.
Anni fa, quando si pianificava l’avvento al digitale tv, c’era stato un collettivo, quanto epidermico, osannamento verso tale tecnologia, celebrata come foriera di tali e tante opportunità editoriali e imprenditoriali d’evidenza dogmatica. Fatti aspri hanno poi dimostrato che non era così. Tre, quattro anni fa venivano lanciati i primi allarmi a riguardo dei giochi iniziati dai superplayer nella gestione dei logical channel number e diversi esperti e organi di stampa specializzati (tra cui questo periodico) mettevano in guardia gli editori locali e le loro rappresentanze del rischio che essi determinavano. Silenzio ed indifferenza assoluti le risposte ai richiami. Oggi gli operatori di rete locali in Sardegna, nel Piemonte occidentale, in Trentino, in Campania e soprattutto nel Lazio, hanno i lucciconi. Si piangono distrutti dal DTT, che li ha stesi, azzerando l’avviamento (la presintonizzazione sul telecomando), sperdendoli nelle nuove liste e moltiplicando la concorrenza con l’avvento di seducenti programmi nazionali contro i quali non c’è audience. Traboccanti di capacità trasmissiva in magazzino, dichiarano un aumento esponenziale dei costi senza che fuori dalla loro porta ci sia quella fila di fornitori di contenuti che (troppo ottimisticamente) si aspettavano. Eppure, dimostrando di non aver affatto imparato la lezione, dopo aver chinato la testa per la questione LCN di fronte ai superiori interessi nazionali, esultano per lo spostamento dello switch-off in Lombardia e nel Piemonte orientale al secondo semestre 2010, compiaciute di aver recuperato un lampo di vita analogica. Come se restare a metà del guado per altri 8 mesi, con quasi il 50% (in costante aumento con la vendita di nuovi apparati) delle famiglie della pianura padana che ormai guardano le trasmissioni terrestri solo in DTT, non comporterà per le stazioni locali esclusivamente (o quasi) analogiche (in pratica tutte le maggiori) un crollo di ascolti.