Radio RAI punta tutto sul digitale: DAB+, IP, visual radio per recuperare velocemente il terreno perduto. Il direttore Roberto Sergio è determinato: “Siamo ormai avanti ai concorrenti commerciali con 12 canali tra tradizionali e digitali specializzati e ognuno di essi avrà presto un GR dedicato con contenuti verticali per andare incontro ai rispettivi target”.
La RAI si risveglia dal torpore e sfrutta i cambiamenti epocali in ambito tecnomediatico per sferrare l’attacco ai competitori che negli ultimi venti anni hanno preso il sopravvento godendo dell’inerzia della concessionaria radiofonica pubblica.
In sintesi, inutile cercare di ridurre il distacco subìto in analogico (FM): meglio competere sul terreno digitale, dove, più o meno, si parte tutti ex novo.
“La nuova tecnologia DAB+ ci consentirà di risolvere i problemi che abbiamo in FM, mentre le soluzioni IP favoriranno la Radio evolution – spiega ancora Sergio -. RaiPlay Radio (il servizio di streaming live e on demand, ndr) sarà implementato e verrà arricchito di dirette video, che diverranno sempre più importanti. Con l’aggregatore Radio Player Italia ci siamo messi assieme a tutti i colleghi delle radio commerciali per valorizzare e proteggere i contenuti che creiamo. Alcuni aggregatori ci avevano escluso o altri attori usavano cose prodotte da noi senza che potessimo gestirli”.
E siccome su un punto tutti gli esperti sono d’accordo, cioè che la Radio del futuro sarà di contenuti, è altamente probabile che, giocando le carte giuste nella corretta sequenza, la strategia di Sergio possa essere estremamente efficace per rivitalizzare il “cavallo morente”.