“La scelta strategica è quella di impostare i lavori secondo la logica e il metodo della “rete”. Si dovrà, in particolare, puntare su una rete (rete di reti) di “alleanze” finalizzate al perseguimento degli obiettivi e in grado di esponenzializzare i risultati dell’azione del Ministero mediante la valorizzazione sinergica di funzioni presenti a livello policentrico. Il primo passo sarà quello di lavorare con questo metodo all’interno del Ministero”. Estratto dal Tubolario? No, puro burocratese. Questo condensato di ultraterrene linee guida ("tra mission e metodo") è estrapolato dalla "Direttiva generale per l’attività amministrativa e la gestione per l’anno 2009" del Ministero dello Sviluppo Economico, quello di cui fa parte il dipartimento delle Comunicazioni, le cui periferie (gli Ispettorati territoriali) sono ferme da mesi perché non hanno i soldi per il gasolio dei mezzi (così i procedimenti amministrativi relativi alle emittenti radiotelevisive non giungono mai a conclusione). E’ vero che Oscar Wilde scrisse che "Una carta del mondo che non contiene il Paese dell’Utopia non è degna nemmeno di uno sguardo, perché non contempla il solo Paese al quale l’Umanità approda di continuo", ma ci sembra che qui Scajola punti a superare pure Tommaso Moro. Basti un esempio: la Carta dello sviluppo economico illumina l’universo della Produttiva Amministrazione per "garantire un’efficace realizzazione di queste politiche", prescrivendo che "le diverse articolazioni del Ministero dovranno coniugare, a tutti i livelli, due approcci fondamentali: da una parte, l’ascolto attento dei soggetti protagonisti sul territorio, delle loro necessità e delle loro proposte; dall’altra, la comprensione di ciò che il mercato vede, vuole e chiede, sul piano nazionale ed internazionale". Consiglio: faccia un salto, ministro Scajola, presso alcuni suoi front-office, le unità periferiche del Dipartimento delle Comunicazioni di Lombardia, Campania e Sicilia, travestito da editore radiotelevisivo, per verificare quanto è "attento" "l’ascolto” (?) di taluni funzionari verso le “necessità” e le “proposte” che avanzerà sotto le citate mentite spoglie. Un documento all’evidenza surreale quello steso dagli idealisti del MSE, tranne che per un obiettivo tutt’altro che ambizioso: "Si dovrà favorire un ambiente economico sempre più concorrenziale dove l’impresa per competere deve ingegnarsi e creare nuove soluzioni". Perché parlare al futuro? Le emittenti locali da anni, per sopravvivere alla pressione di una Pessima Amministrazione, devono "ingegnarsi" per "creare nuove soluzioni". Per parte nostra ci limitiamo a dare un pizzicotto a Scajola: Ministro, se proprio vuole “favorire il rafforzamento della competitività delle imprese di piccole e medie dimensioni, che rappresentano la maggioranza delle aziende del Paese”, cerchi prima di rimuovere gli ostacoli che il suo dicastero crea agli operatori. Magari ne parli, a riguardo, con Brunetta. (E.D. per NL)
P.s.
Ci sarebbe piaciuto aver "scoperto" noi questo sommo esempio di Pomposa Amministrazione, ma dobbiamo riconoscere che il merito va al blog Comunicazioni Liguria, che, in un post dedicato alla esponenzializzazione del pensiero sinergico delle funzioni policentriche, approfondisce la questione.