I funzionari dell’I.T. Liguria del Ministero dello Sviluppo Economico – Comunicazioni chiedono al ministro Scajola (ed alla politica in generale) la giusta attenzione per l’attività svolta.
E lo fanno con il documento che di seguito riportiamo:
Gli Ispettorati territoriali dell’ex Ministero delle Comunicazioni (ora del Ministero dello sviluppo economico – Comunicazioni), sono strutture tecnico-amministrative di servizio e di controllo.
Servizio ai cittadini:
• rilasciano autorizzazioni, licenze e certificati per tutto ciò che riguarda il settore delle telecomunicazioni (CB, radioamatori, nautica);
• si occupano delle segnalazioni per problemi riguardanti il servizio universale telefonico e la ricezione dei programmi televisivi;
• tutelano le comunicazioni dei servizi pubblici e dell’aeronautica, contribuendo alla sicurezza.
Servizio alle imprese:
• rilasciano autorizzazioni alle emittenti radio-TV per la modifica e l’attivazione degli impianti sul territorio ligure;
• rilasciano autorizzazioni alle imprese che installano impianti telefonici e telematici, ai phone center e internet point, alle installazioni RadioLAN (Wi-fi) ed alla costruzione di linee elettriche;
• rilasciano nulla osta per agevolazioni telefoniche nel settore dell’editoria e della radiofonia
• proteggono dalle interferenze elettriche e radioelettriche gli impianti dell’emittenza radio-TV, degli operatori telefonici e degli utilizzatori di ponti radio ad uso civile;
Controllo sul territorio:
• verificano la conformità alle norme degli impianti di telecomunicazione autorizzati;
• vigilano sull’osservanza delle norme nel settore postale;
• verificano la conformità alla normativa CE delle apparecchiature radio e di telecomunicazione immesse sul mercato;
• verificano e certificano le stazioni radio a bordo delle navi;
• monitorizzano l’uso dello spettro radioelettrico sul territorio ligure, prevenendo situazioni interferenziali e reprimendo l’abusivismo;
• mantengono archivi informatici che danno conto della reale situazione degli impianti e dei servizi di telecomunicazioni sul territorio;
• collaborano con gli altri organismi regionali e nazionali che si occupano di telecomunicazioni (ARPAL, Co.re.com, Polizia delle comunicazioni), offrendo supporto tecnico specializzato.
Lo svolgimento di questi compiti, soprattutto quelli tecnici, comporta l’utilizzo di risorse e strumenti tecnologici sofisticati, e ha permesso di sviluppare negli anni un’esperienza professionale specialistica e qualificata, che rischia però di essere poco sfruttata o addirittura dispersa, a causa di:
• tagli sempre maggiori ed indiscriminati ai finanziamenti, che soffocano e rendono marginale l’attività, specie quella di controllo;
• l’assenza di un coordinamento centrale delle strutture territoriali, unita ad una gestione sempre più centralizzata e non condivisa delle risorse;
• la mancanza di una strategia di formazione del personale, essenziale per un settore in continuo movimento come quello delle telecomunicazioni;
• l’assenza di una politica di comunicazione e collaborazione con le istituzioni, le imprese e i cittadini che dia visibilità alle funzioni e alle potenzialità degli uffici, evitando inutili sovrapposizioni e conflitti di competenza con altri organismi.
In queste condizioni, il mantenimento di un livello accettabile dei servizi è affidato esclusivamente alla buona volontà e allo spirito di adattamento dei dipendenti, che sopperiscono con le proprie risorse a ciò che dovrebbe essere fornito dall’Amministrazione.
Dare maggiore autonomia, risorse e visibilità agli Ispettorati Territoriali significherebbe, in concreto:
• migliorare il servizio ai cittadini e alle imprese, incrementando l’efficienza delle attività e quindi la trasparenza e la rapidità della risposta nei confronti del pubblico;
• acquisire maggiore capacità di controllo del territorio nel settore delle telecomunicazioni, contribuendo così ad uno sviluppo delle imprese del settore in un ambito di procedure e regole certe;
• coordinare l’attività degli Ispettorati con gli altri organismi e istituzioni, eliminando inutili duplicazioni di risorse e competenze, realizzando così in prospettiva una decisa riduzione della spesa pubblica.