Si è presentato ieri all’assemblea di redazione del Tg5 il “nuovo” direttore, Clemente Mimun (foto). Tanto nuovo poi, come personaggio all’interno della redazione del telegiornale, non è: una decina d’anni fa fu tra i padri fondatori (assieme a Mentana, Sposini, Carelli ed altri) del tg di Canale 5 e, com’egli stesso osserva, “alcuni dei ragazzi che abbiamo preso alla fine del ’91, quando siamo partiti, sono ancora qua, abbiamo costruito il tg da zero e con loro ho assoluta confidenza”. Si è presentato non certo come l’ultimo arrivato l’ex direttore (silurato) del Tg1, ma ha subito chiarito quelle che sono le sue priorità, fermo restando la volontà di non “colonizzare il Tg5 da parte di truppe d’occupazione provenienti dalla Rai”. Le sue priorità, si diceva, vanno dallo “sgomberare il campo dal gossip”, con “più hard news e meno soft news”(ed era ora, dopo qualche anno in cui il Tg5 si stava “studiapertizzando”) alla proposta di una serie di rubriche che vadano al di là della sola rubrica culinaria (“Gusto”), ma che comprendano campi quali la salute, gli stili di vita, la cultura, la scienza, i motori, l’economia e gli animali. E poi, un miglioramento dal punto di vista tecnologico, con alcuni cambiamenti per quanto concerne la grafica dello studio e la sigla d’apertura. “Non butto all’aria il lavoro degli altri per principio” – ha tenuto a precisare il neo direttore – “tendo a conservare quello che c’è di buono e a modificare gradualmente”. Qualche novità in redazione, comunque, ci sarà da subito: “assoldata” l’affascinante conduttrice di Sky Tg24, Simona Branchetti, 31 anni e già una discreta esperienza nel mondo dell’informazione, e l’esperto Piero Vigorelli (già vicedirettore del Tg5), che arriva, comunque, dall’interno (lavorava, infatti, per la testata Videonews). Tutti a lavoro, quindi, e da subito: “ho qualche idea sul da farsi, ma ho deciso che utilizzerò questa torrida estate per formarmi un’opinione sul campo”. Le premesse sono buone. (Giuseppe Colucci per NL)