Al termine dei due mesi di vacanza che ha richiesto alla Rai, l’ex direttore del Tg1 (ed attuale direttore dei Servizi parlamentari Rai), Clemente Mimun (foto), discuterà con l’azienda i termini di rescissione del suo contratto e prenderà la strada di casa. La sua casa, in questo caso, è il Tg5, di cui è stato tra i padri fondatori (assieme ai due veri factotum del telegiornale, Enrico Mentana e Lamberto Sposini), nel 1992, per poi emigrare verso la Rai nel 1994, assumendo la direzione del Tg2. L’ex direttore del Tg1 (uomo di estrema fiducia dell’ex premier Berlusconi), defenestrato da Raiuno in favore dell’ex vicedirettore del “Corriere”, Gianni Riotta, andrebbe a tentare di risollevare una situazione non propriamente rosea, in un telegiornale che, con ogni probabilità, ha necessità di riformarsi, di operare dei cambiamenti che gli restituiscano linfa vitale, colmando una sorta di vuoto editoriale provocato dalla gestione Rossella, con i dati (inequivocabili: perdita progressiva di terreno rispetto al Tg1, con gap di otto-dieci punti percentuali) sempre più negativi che esso ha comportato (dovuti, in minima parte, anche alla perdita di terreno dei cosiddetti “traini”, ossia i programmi che trascinano lo spettatore verso la visione del tg). Per Rossella, in ogni caso, è pronta un’altra poltrona d’estremo prestigio all’interno dell’organigramma delle aziende berlusconiane: la presidenza della società di produzioni cinematografiche Medusa. Ma prima d’andar via (sempre secondo le indiscrezioni), il sessantacinquenne direttore, ha ufficializzato la promozione di alcuni suoi colleghi: Lella Confalonieri a capo della redazione milanese, Fabio Lombardi e Manuela Riva a caposervizio, infine Paolo Rivetta e Barbara Pedri a vicecaporedattori. Che si tratti di una sorta di testamento spirituale? (Giuseppe Colucci per NL)