Ministro Urso: aggiornare Testo Unico Servizi Media Audiovisivi, favorire evoluzione radio (sviluppando DAB+ preservando FM), introdurre senza ulteriori tentennamenti il DVB-T2, adeguare codice di tutela dei minori, affrontare il controverso tema delle smart tv. Ma tra il dire ed il fare c’è di mezzo il …tempo, che corre veloce.
Il ministro delle Imprese e del made in Italy Adolfo Urso, ha ricordato, nel corso dell’assemblea annuale di Confindustria Radio Tv del 30/2023, i temi al vaglio del suo dicastero relativamente al sistema radiotelevisivo.
I punti di svolta
I punti chiave richiamati dal ministro Urso sono stati cinque, di cui almeno 3 essenziali per la sopravvivenza dei sistemi radio e tv lineari
Riforma TUSMA
Urso ha evidenziato tra i primi interventi di riforma quello del Testo unico dei servizi di media audiovisivi e radiofonici (D. Lgs. 208/2021), che nel corso della sua evoluzione ha perso la componente finale (“radiofonici”), evidentemente per bilanciare l’assenza del mezzo televisivo, assorbito dal macrosistema audio/video, a dimostrare i cambiamenti di approccio.
Radio e Tv anacronistici: Audio e Video definiscono meglio il quadro
Il termine audiovisivo afferisce ad una tipologia di opera costituita da suono, video integrati in una struttura narrativa, descrittiva o comunque composita. Non si tratta di una novità: il termine a/v nasce contestualmente a quella del Cinema. Anche se oggi rappresenta il cd. multimediale.
Non più. O non ancora
Il problema è che il TUSMA, al di là della denominazione, non è più – o non è ancora, dipende dai punti di vista – in grado di rappresentare il variegato complesso dell’audio/video, evoluto con soluzioni on demand (streaming audio/video, podcast, catch-up, ecc.) che si contrappongono, anzi, si affiancano, al lineare, a sua volta declinato in via etere e IP.
Legificazione
Occorre quindi aggiornare il Testo Unico attraverso una legificazione (la cd. fotografia della realtà, che si attua quando il legislatore deve prendere atto di un mercato ormai consolidato) per poter interpretare un universo espanso rispetto all’approvazione del provvedimento, quand’anche continuamente aggiornato.
Codice di autoregolamentazione media e minori
Il Codice di autoregolamentazione Tv e Minori, nato oltre venti anni fa “dalla volontà delle emittenti televisive pubbliche e private, nazionali e locali, di migliorare la qualità delle trasmissioni dedicate ai minori, per aiutare le famiglie ed il pubblico più giovane ad un uso corretto della televisione e per sensibilizzare chi produce i programmi alle esigenze dei minori”, non è più attuale. L’evoluzione socioculturale, le tendenze comportamentali e la tecnologia impongono interventi di adeguamenti sostanziali e non solo superficiali mani di vernice.
Radiofonia
Un altro intervento ai primi posti nell’agenda del Ministero delle imprese e del made in Italy è la radiofonia, che invoca da tempo supporto nel delicatissimo e complesso passaggio dall’analogico (FM) al digitale via etere (DAB+) in forma bilanciata tra radio nazionali e locali.
Sperequazione tra nazionali e locali ma anche tra locali
Oggi le stazioni locali sono profondamente discriminate per la mancata assegnazione dei diritti d’uso definitivi e la sperequazione in essere su quelli sperimentali, che vedono solo poche aree del territorio nazionale destinatarie di autorizzazioni transitorie e nemmeno per tutti i consorzi che hanno fatto domanda, pur in presenza di condizioni per l’attribuzione.
Comportamenti contraddittori
Un contesto – hanno osservato diversi operatori proprio su queste pagine – già censurato dalla Giustizia Amministrativa dopo tentativi inefficaci di difesa proprio di quella Amministrazione il cui ministro oggi dichiara pieno sostegno alla radiofonia…
PNAF FM
Ma la radio, a differenza della tv, si fonda ancora (anche se con una costante erosione) sulla modulazione di frequenza (FM), per la quale è in previsione il Piano Nazionale di Assegnazione delle Frequenze, anche se l’approvazione e l’applicazione non si preannunciano semplici e tantomeno immediati.
Piano FM e coordinamento interferenziale internazionale
Sullo sfondo, tuttavia, c’è la necessità del coordinamento interferenziale coi paesi esteri. Urso assicura che gli interessi della radiofonia privata saranno considerati ed i diritti preservati. Ma la serenità tra gli operatori certamente non regna sul punto.
Blitz
Anche in considerazione dei reiterati precedenti tentativi di blitz su impianti italiani FM pretesi incompatibili con quelli croati e sloveni (ma anche svizzeri).
DVB-T2
Altra questione irrisolta da affrontare è il definitivo passaggio al T2, si cui si continua a tentennare. A gennaio 2024 un mux RAI dovrebbe essere convertito sul formato sul quale è modellato l’intera pianificazione che ha disegnato il refarming della banda 700 MHz, che, però, non è compiuta, considerata la vigente operatività in T1 coi conseguenti limiti tecnici e qualitativi.
Prominence smart tv
L’ultimo punto del calendario del ministro Urso è la prominence dei servizi di media audiovisivi di interesse generale, complicatissima questione sulla quale da tanto (troppo) tempo sta lavorando Agcom. In gioco c’è la progressiva emarginazione sugli hub delle nuove smart tv dei servizi lineari (le tv via etere) rispetto alle piattaforme OTT (Netflix, Prime Video, Disney, ecc.).
Dashboard auto nel cassetto?
Ma a rischio (anche se Urso non ha citato la questione, si spera solo per esigenze di sintesi) ci sono anche i servizi lineari radiofonici, che stanno già subendo la ghettizzazione sui dashboard delle automobili interconnesse, con privilegio di Spotify & C.