"Ripristinare i fondi per l’editoria, già ampiamente ridimensionati negli ultimi tempi". Lo chiedono le 188 testate che aderiscono alla Federazione italiana settimanali cattolici in una lettera inviata al presidente del Consiglio dei ministri, Silvio Berlusconi, ai sottosegretari alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta e Paolo Bonaiuti, e ai ministri dell’Economia e delle Finanze, Giulio Tremonti, e dello Sviluppo economico, Paolo Romani, in merito ai tagli previsti dal decreto "Milleproroghe".
"Nello stesso giorno in cui è stata pubblicata la Legge di Stabilità che aumenta di 100 milioni il Fondo per l’editoria nel 2011 – si legge nella lettera – il Consiglio dei ministri ha varato il decreto ‘Milleproroghe’ che taglia 50 milioni allo stesso Fondo. In questo modo si mettono a rischio i contributi diretti previsti dalla legge 250/90". Da parte sua la Fisc sottolinea come "nel momento in cui pareva che il settore dell’editoria potesse tirare un sospiro di sollievo per aver evitato i pesanti tagli prospettati, il Governo, con il varo del Decreto Legge 29 dicembre 2010, n. 225 (pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 303 del 29/12/2010), detto ‘Milleproroghe’, ha mutato atteggiamento e cancellato un provvedimento varato dal Parlamento in difesa del pluralismo dell’informazione". "Al Senato, dove in questi giorni sono in discussione alcune sanatorie al decreto ‘Milleproroghe’, con più emendamenti presentati da diversi gruppi parlamentari di tutti gli schieramenti – ricordano i 188 giornali diocesani – è stato chiesto il ripristino dei 50 milioni decurtati. In questo modo si è aperto uno spiraglio che auspichiamo venga confermato nelle sedi opportune". In caso contrario, si legge ancora nella lettera, "il taglio operato avrà non poche ripercussioni su diverse aziende editoriali nostre associate che avevano già messo nel bilancio di previsione i contributi previsti dalla Legge 250/90". La Fisc "confida in un positivo iter parlamentare del decreto ‘Milleproroghe’ in modo da poter garantire stabilità a un settore tanto nevralgico per lo sviluppo democratico del nostro Paese". Per questo, conclude la Federazione, "sarà necessario passare inevitabilmente dal ripristino del ‘diritto soggettivo’ in tema di contributi all’editoria". (AGI)