Milano, pregiudicato si finge giornalista e sequestra e violenta colf

Una telecamera e un’intervista per diventare famosi in tv. Cosi’, fingendosi un giornalista televisivo, Fadil Suljic un bosniaco di 42 anni abbordava le sue vittime


(Adnkronos) – Single, straniere, badanti: questo l’identikit delle donne finite nella sua rete. Una ventina quelle che molestava. L’ultima, pero’, ha reagito e ha denunciato di essere stata sequestrata per un giorno e mezzo e violentata ripetutamente. Uno stupro avvenuto in zona Loreto a Milano, tra il 25 e il 26 agosto scorso, nell’appartamento della vittima, un’ucraina 38enne. Un’accusa che e’ costata allo straniero irregolare il fermo per sequestro di persona a scopo sessuale.

L’uomo, pregiudicato, in passato aveva collaborato con un giornale nazionale e aveva all’attivo una biografia, “Bosnia-Italia. Un cammino difficile tra guerra e pace”. ‘Biglietti da visita’ che utilizzava per carpire la fiducia delle donne, che venivano avvicinate all’altezza della fermata Loreto della metropolitana o lungo la linea 90 e 91 dell’autobus.

Poche chiacchere, la promessa di un’apparizione fugace in televisione, cosi’ e’ riuscito a conquistare la sua vittima. Una volta nell’appartamento, pero’, ha chiuso la porta ha chiave, ha iniziato a morderla su tutto il corpo e a violentarla.

Quando il datore di lavoro, preoccupato dall’assenza ingiustificata della colf, ha telefonato alla donna minacciando di chiamare la polizia se non si fosse presentata l’uomo si e’ convinta a lasciarla andare. Ieri sera, gli agenti del Commissariato Greco Turro hanno bloccato lo straniero che vive in un appartamento in zona Ponte Lambro. Nel suo cellulare sono stati recuperati centinaia di messaggi che inviava a una ventina di donne.

Le presunte vittime saranno presto ascoltate per chiarire i messaggi intimidatori che, ogni giorno, il bosniaco inviava. Un uomo ossessionato dalla gelosia, raccontano gli inquirenti. “Ti seguo con la telecamera” o “sono sotto casa tua” alcune degli sms che scriveva per soggiogare le vittime. Nel 1996 era stato denunciato per estorsione: aveva cercato di ricattare una donna finita nella sua trappola. Per il bosniaco si sono aperte le porte del carcere di San Vittore.

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