La notizia circolava da giugno, prima come indiscrezione, poi acquisendo sempre più corpo. Alla fine è stato confermato: come già accaduto con curiosa coincidenza da qualche anno a questa parte, un’altra emittente locale chiuderà i battenti nel corrente mese, a favore del consolidamento di network nazionali in cerca di esposizione FM (a dimostrare che, da una parte si promuove il digitale, mentre dall’altra, più concretamente, si fanno investimenti milionari – quindi a lungo termine di rientro – in modulazione di frequenza…). La preziosa frequenza (rectius, frequenze…) dell’emittente locale in fase di smobilitazione (un progetto editoriale nemmeno antico) – che per impegno assunto con la fonte dell’informazione non riveleremo ancora per qualche giorno – servirà, pare, a consolidare un complesso progetto di compatibilizzazione su scala regionale. Un’ulteriore conferma che, sul piano strettamente economico, la pubblicità locale evidentemente non paga quanto gli interessi del capitale derivante dalla vendita dell’impianto FM. Niente di nuovo sotto il sole, verrebbe da dire: da anni stiamo assistendo alla progressiva scomparsa dalla FM milanese di voci locali. Sotto un profilo strettamente oggettivo ciò non dovrebbe stupire: Milano è stata, sostanzialmente, la prima città dove l’emittenza locale si è imposta in maniera organizzata e continuativa. Quando ancora in altre città si giocava con i trasmettitori, nel capoluogo lombardo le emittenti si davano un’impronta aziendale, una dimensione imprenditoriale. Milano ha sempre bruciato i tempi e quindi le tappe: qui è nata Radio Milano International, la prima (pur non anagraficamente, come da anni assodato) radio privata nella sua perfetta accezione. A Milano è partito il primo network organizzato stabilmente: Rete 105 (pur esso non anagraficamente, posto che il primato di rete nazionale radiofonica interconnessa è stato recentemente e definitivamente assegnato a Radio Radicale, come spiegheremo in altro articolo a seguire), mentre, in tempi più recenti, diamo atto che lì sono nate le prime superstation e gli esperimenti di b.t.s. (radio metropolitane). Nell’alveo meneghino si è sperimentata la specializzazione estrema già dagli anni ’70, con Europa Radio 88,3 (all jazz) per poi consolidare il fenomeno nei primi anni ’80, con la mitica Capital Dance All Day FM 93,1 e la sconvolgente (per i tempi) Peter Flowers Radio (rock oriented). Non dovrebbe stupire, quindi, che la moria delle radio locali, fenomeno ormai omogeneo a livello territoriale nella penisola, abbia avuto inizio da qui. Sul perché le radio locali scompaiono abbiamo dedicato un lungo dibattito su queste pagine qualche tempo fa, sicchè rimandiamo ad esso per ogni debita riflessione. Per quanto invece attiene alla fredda notizia, a breve potremo rendere noto chi è il morituro di turno, che, a quanto si dice su un altro fronte, non rimarrà a lungo il detentore del triste primato dell’ultima chiusura sulla piazza milanese, posta la probabile variazione di titolarità di una rete regionale che sul capoluogo ha il fulcro d’interesse.