Milano – Una rete senza fili per portare il WiFi nell’intero territorio di Milano, utilizzando non meno di 14mila punti di accesso piazzati presso scuole, centri sportivi, punti di ritrovo e fermate dei mezzi pubblici.
Questo il cuore del Progetto Milano wireless – Una rete Internet senza fili per la città presentato nel fine settimana dalle opposizioni di centro-sinistra. Un progetto, dicono, che consentirebbe a Milano di recuperare il gap digitale rispetto ai grandi centri mondiali dell’innovazione. Il capoluogo lombardo, infatti, si trova in una situazione paradossale: da una parte rappresenta l’area più dinamica del paese e ospita il 13% delle imprese italiane attive nell’ICT, dall’altra manca di una rete per la connettività a banda larga e senza fili, un terreno sul quale si stanno invece muovendo da tempo comuni come Roma, Torino e Bologna. Per non parlare di quello che accade in molte grandi città all’estero.
Il primo step di Progetto Milano wireless prevede la creazione di 4mila punti di accesso nell’arco di un biennio: le antenne sarebbero montate sui lampioni e i semafori degli incroci (700), scuole e sedi universitarie (300), biblioteche, punti di ritrovo di giovani e anziani e centri sportivi(170), parchi e giardini pubblici (50) e presso le fermate dell’ATM (l’azienda dei trasporti comunale), compresi i tunnel delle tre linee metropolitane (già cablate).
Gli hotspot, distribuiti in modo omogeneo nelle nove zone del territorio comunale, dovrebbero quindi essere integrati con la fibra ottica di Metroweb, che già oggi copre il 95% del suolo comunale. Un’infrastruttura alla quale il Comune potrà accedere a costo zero fino al 2016 in base alle condizioni negoziate nell’ottobre scorso al momento della sua cessione da parte dell’AEM (l’azienda elettrica cittadina).
L’intero progetto dovrebbe essere completato, invece, per il 2015, data in cui si svolgerà l’Expo internazionale, evento che Milano si è candidata a ospitare. Per quella data, i punti di accesso senza fili dovrebbero raggiungere quota 14-17mila. “Un numero che non ha paragoni nel mondo”, hanno annunciato entusiasticamente i promotori del progetto, facendo riferimento esplicito all’attuale primato di Seoul, che può contare oggi su una rete di 12mila access point. Difficile immaginare, però, che le cose rimarranno immobili nei prossimi otto anni: la capitale coreana è al lavoro per potenziare ulteriormente la copertura cittadina e l’amministrazione comunale intende garantire entro il 2008 una distanza massima di cinque minuti a piedi tra i diversi punti di accesso.
Reti wi-fi distribuite su buona parte del territorio cittadino sono già una realtà – e non solo un progetto su carta – in numerosi altri grandi agglomerati urbani. Parigi, ad esempio, garantisce una copertura gratuita strutturata in 400 punti d’accesso, mentre ad Amsterdam è in via di completamento una rete che offre connettività senza fili anche all’hiterland cittadino. Senza dimenticare quanto avviene negli Stati Uniti: a San Francisco l’accesso è gratuito fino a 300 Kb/s, mentre a New Orleans è in fase di completamento una rete wi-fi per finalità di sicurezza pubblica. A Philadelphia, invece, il wi-fi copre un’area di 350 km quadrati, e i cittadini-utenti pagano 20 dollari al mese per garantirsi la navigazione in casa e nei luoghi pubblici. Reti wireless municipali sono una realtà anche in diversi grandi centri italiani, da Roma (dal 2005 il progetto RomaWireless sta espandendo la copertura nelle aree di maggior interesse turistico) a Torino (accesso gratuito per gli aderenti a TorinoFacile), da Bologna (la sperimentazione per l’accesso gratuito si è conclusa a fine 2006) a Trento (copertura in alcuni quartieri del centro).
Il progetto milanese ha un costo stimato di 15-17 milioni di euro, che l’Amministrazione comunale potrebbe stanziare come parte della candidatura a ospitare l’Expo del 2015. Parte dei costi, inoltre, potrebbe essere coperta tramite accordi con Ferrovie dello Stato e Ferrovie Nord Milano, per le antenne da piazzare in prossimità delle stazioni ferroviarie. La rete Milano wireless consentirebbe, inoltre, di migliorare i servizi di e-government, in particolare nella gestione del traffico e nella fornitura di informazioni su servizi sociali, scuola e sanità.
Gli aspetti tecnici del progetto, che tra gli altri ha ricevuto l’approvazione dell’assessore comunale all’Innovazione Luigi Rossi Bernardi (centrodestra), sono stati curati da un pool di esperti che conta, tra gli altri, su nomi del calibro di Maurizio Decina (direttore del Cefriel), Herman Zampariolo (presidente di iLight), Francesco Sacco (docente Area strategia alla Sda Bocconi), Giuseppe Milani (Ict consulting). Milanesi, incrociate le dita.
Luigi dell’Olio