L’arresto in diretta tv di Piergianni Prosperini fa riflettere. Non per il merito della vicenda, che ovviamente nessuno potrebbe e dovrebbe giudicare, essendo meramente nella fase delle indagini preliminari.
Quelli che invece dovrebbero essere analizzati a fondo sono i profili giudiziario-mediatici dell’evento. Ancora una volta le agenzie hanno battuto la notizia di un arresto prima che l’interessato ne fosse a conoscenza; peggio: l’arresto era dato per avvenuto quando ancora non lo era. E sbigottisce e angoscia che ciò stia passando sotto silenzio. Che si tratti di una nuova tangentopoli o di un mero fraintendimento, poco importa davanti alla crescente, intima, irritazione della gente comune verso approcci spettacolosi di azioni giudiziarie. La palese insofferenza verso un clima inquietante è stata ben spiegata dal giornalista di Antenna 3 Lombardia Roberto Poletti, artefice dello scoop dell’arresto tv: “Il pubblico non è più come negli anni Novanta, la gente non ama questi metodi”.