La crisi economica si sta facendo sentire forte e chiara: superato tra mille difficoltà e incertezza il periodo del Covid, si è aperta un’altra fase nera per l’economia, stavolta più localizzata in Europa. Le conseguenze infatti che altri Paesi come Stati Uniti e Cina sentiranno, saranno probabilmente un effetto secondario, derivante dai rapporti commerciali ed economici con l’Europa. La crisi energetica sta quindi infierendo senza pietà, soprattutto sulle imprese: in prima battuta per i costi quasi quadruplicati dei consumi di luce e gas. In seconda battuta c’è la contrazione dei consumi, viste le tasche sempre più strette degli italiani.
Crisi che creano opportunità
In questo frangente riemerge un’opportunità che a volte viene messa in sordina quando si naviga in acque abbastanza placide: quella dell’internazionalizzazione. Aprire la propria attività ai mercati esteri è una valvola di salvezza cruciale, sempre. Il concetto di internazionalizzazione è ampio, e include in primis una preparazione dell’azienda a 360°: piani finanziari ed economici, programmi di marketing, corsi di business English, consulenza legale e fiscale, conoscenza dell’economia e dei sistemi in cui si va ad operare.
I timori
Il discorso è complesso e forse per questo spaventa gli imprenditori e i liberi professionisti che vorrebbero espandere il loro bacino d’utenza o avvalersi della possibilità di delocalizzare all’estero.
Chiarezza
Cerchiamo però di fare un po’ di chiarezza: il numero delle imprese che riescono ad accedere ai mercati stranieri è in crescita e i risultati positivi si avvertono già dai primi mesi, se alla base c’è una buona struttura di planning.
Accedere ai mercati esteri: le fasi fondamentali
Internazionalizzazione d’impresa: un concetto di cui si sente spesso parlare ma sul quale abbiamo di frequente un’idea abbastanza vaga e generica. Iniziamo quindi dalle definizioni: cosa vuol dire accedere ai mercati esteri? In sostanza si tratta di attingere a Paesi diversi dall’Italia per vendere prodotti o offrire servizi, oppure per approvvigionarsi di materie prime o forza lavoro (magari delocalizzando l’attività produttiva). Ancora, potrebbe trattarsi di reperire dei finanziamenti o beneficiare del miglior trattamento fiscale riservato all’estero.
Costi d’impresa
In sintesi, l’obiettivo è quello di aumentare i ricavi e diminuire il più possibile i costi d’impresa.
L’ossatura della internazionalizzazione
Ogni tipologia di internazionalizzazione richiede un apposito business plan, che sia specifico sul tipo di rapporto economico che si va ad instaurare fuori dall’Italia. Ci sono però degli aspetti comuni che rappresentano un po’ l’ossatura dell’internazionalizzazione.
Misure di sostegno
Il primo passo è capire se ci sono delle misure di sostegno economico, che ci aiutano a decidere su come muoversi in questa direzione: finanziamenti agevolati o a fondo perduto, trattamenti diversi sull’IVA, altri tipi di benefici. Avere una conoscenza concreta e aggiornata può fin da subito dirigere i nostri programmi.
Valutazione aziendale
Il secondo passaggio è quello dalla valutazione della nostra azienda: quali sono i punti deboli e cosa andrebbe migliorato in termini di efficienza? Quali sono i costi che incidono di più e quali mercati potrebbero essere interessati alla nostra offerta?
Business plan
A questo punto, si può passare a redigere un business plan: un programma che delinea la struttura di come dovrebbe avvenire la delocalizzazione, stabilendo anche dei budget e le varie fasi attraverso cui si dovrà poi sviluppare la procedura di apertura all’estero.
Partner commerciali
Infine c’è una delle parti più delicate di questo processo: trovare dei partner o dei collaboratori sul mercato estero, che ne conoscono perfettamente le modalità operative, sia dal punto di vista pratico che normativo. Può trattarsi di veri e propri partner commerciali o di società di consulenza, che sappiamo guidarci con professionalità e competenza attraverso il nostro percorso.
Internazionalizzazione assistita
Quando decidiamo di internazionalizzare la nostra imprese, è anche consigliabile consultare ed eventualmente chiedere l’assistenza delle camere di commercio, sia locali che estere. Molte informazioni e opportunità possono derivare proprio da questi enti deputati al supporto delle imprese. (E.L. per NL)