Il conduttore e ideatore di “Matrix”, da sempre autoinvestitosi del ruolo di voce libera ed indipendente, svincolato da interessi politici e, anzi, spesso vittima (per questo) di abusi di potere (come il colpo a sorpresa che gli fece fare le valigie dalla redazione del Tg5, da lui inventato e diretto per oltre dieci anni), è stato in questi giorni al centro di dibattiti circa il valore dell’informazione in Italia, i vincoli che la legano al potere politico ed il suo peso sulle sentenze dei processi.
Martedì il giornalista di Mediaset è stato invitato ad un dibattito dal tema “Giustizia penale e giustizia mediatica”, all’interno del trittico di appuntamenti promossi dal professore e giurista Vittorio Grevi, dal nome “I martedì del Corriere della sera”, sottotitolo “Legalità e giustizia. Diritti dei cittadini e difesa sociale”. Assieme a lui, ospiti e relatori dell’incontro, c’erano Piero Luigi Vigna, ex procuratore nazionale antimafia, Aldo Grasso, noto critico televisivo del “Corriere” e, appunto, il professor Grevi. “Come si può dire che un processo dei media, specie quello televisivo, non influenzi il processo reale?”, accende la miccia Vigna. “La giustizia mediatica, specie quello che si vede in televisione, influenza e condiziona le strategie difensive, per esempio. E quindi può influenzare il processo”, rincara la dose Aldo Grasso. Il filo conduttore del dibattito, a questo punto, è semplice da intuire. Voce fuori dal coro, Mentana, non è d’accordo con le argomentate posizioni degli altri relatori, e sostiene, invece, che non vi sia nessuna interferenza tra l’informazione televisiva e i processi. “Mi chiedo: ma noi che facciamo informazione interferiamo nel corso della giustizia? Io credo di no. Perché si deve sempre pensare al popolo bue? La televisione è pervasiva, ma non per questo trasforma le sorti di nessuno. E non credo che influenzi le scelte politiche. Uno vota chi ritiene il meno peggio o il migliore”. “Caro Mentana, perché dici questo?”, gli risponde sconfortato Vigna. Probabilmente, come tanti colleghi, il conduttore di Matrix soffre di quel piccolo complesso del giornalista che lo porta a considerare (in buona fede, si spera) la gran parte della popolazione alla stregua di uomini della loro cultura, per cui appare strano che alcuni, forse tanti, riescano a farsi convincere, prendere in giro, abbindolare, da certo genere di informazione o di non informazione.
Dal “complesso del giornalista” alla “ruffianeria” il passo è breve. Ed, infatti, di ruffianeria Mentana è stato accusato da Gad lerner, ex giornalista Rai, attualmente conduttore de “L’Infedele” su La7, attraverso il portale d’informazione Dagospia (www.dagospia.com), diretto da Roberto D’Agostino. Lerner aveva lasciato pochi giorni fa un post sul sito di D’Agostino, in cui attaccava il modo di fare informazione di Vespa e Mentana, accusandoli di essere “ruffiani” ed “affini” per il loro modo d’informare, vicendevolmente conforme, ma lontano dai veri fatti d’interesse. Una specie di arma di distrazione di masse.
“Davvero istruttivo saltellare tra Vespa e Mentana che stanno facendo la stessa trasmissione – esordisce sarcasticamente Lerner – Sul prezzo del petrolio che ha sfiorato i 100 dollari? Sull’imminente conferenza di pace per il Medio Oriente? Sulle drammatiche elezioni libanesi, visto che abbiamo lì migliaia di soldati italiani? Sulla frenetica diplomazia degli incontri tra Veltroni, Fini e Berlusconi? No, sono giornalisti veloci, si saranno dedicati al fatto del giorno: le intercettazioni telefoniche pubblicate da Repubblica sul rapporto incestuoso tra i due finti concorrenti, Rai e Mediaset, nel periodo in cui su entrambe comandava Berlusconi. Sbaglio. Sia a Porta a Porta che Matrix blateravano per l’ennesima volta sul delitto di Perugia”. Inequivocabili e dure le accuse di Lerner, che identifica nei due conduttori di punta delle duopoliste dell’informazione televisiva italiana, i simboli del circolo vizioso in cui è crollato il modo di fare informazione in Italia. E, da un certo punto di vista, la sua invettiva non fa una grinza. Non dal punto di vista di Mentana che, al contrario di Vespa (che si cela dietro il solito silenzio, della serie: io faccio il mio lavoro, voi dite quello che volete), ha risposto al post di Gad Lerner, sul sito Dagospia. Neanche lui se n’è occupato, “né di quegli argomenti, né del duopolio Rai-Mediaset. Gad Lerner dà lezioni che nessuno, nemmeno lui, segue: come il suo programma”. Più che una risposta concreta, o una giustificazione argomentata, un “dispettuccio” al collega di La7, condannato a livelli di share che da Rai e Mediaset distano anni luce. (Giuseppe Colucci per NL)