Si apre oggi una settimana di passione per il gruppo Fininvest-Mediaset. Nel giro di poche ore si terranno infatti l’assemblea di Mediaset (peggiore utile dell’ultimo decennio), quella di Mondadori (50 milioni di utile ma niente cedola) e quella del Milan (perdita per oltre 60 milioni da coprire seduta stante).
Tre appuntamenti cruciali, scrive Milano Finanza, non solo per i grandi soci (la famiglia Berlusconi), ma anche per le centinaia di migliaia di piccoli risparmiatori che nel tempo hanno puntato sulle aziende dell’ex premier (250.000 azionisti solo in Mediaset). Perche’ da questi appuntamenti gli investitori si attendono risposte precise sul presente e soprattutto sul futuro dei due business, la televisione e l’editoria tradizionale di carta. Ad aprire le danze sara’ l’assemblea del gruppo televisivo di Cologno Monzese, il cui prologo sara’ come da tradizione la disamina "politica" fatta dal presidente Fedele Confalonieri. Nel suo discorso introduttivo, Confalonieri ricordera’ come l’azienda – nonostante investa mediamente un miliardo all’anno in produzione, garantisca utili decisamente superiori alla media del settore e abbia distribuito 3,8 miliardi in dividendi negli ultimi 11 anni – continui a restare ai margini delle grandi scommesse del mercato, bocciata dai broker come se invece di un gruppo pur sempre in salute (a fine 2011 il patrimonio netto consolidato era 3,29 miliardi a fronte di un debito di 1,77 miliardi) si trattasse di un’azienda in sofferenza. Confalonieri dovra’ tuttavia misurarsi anche con alcune osservazioni spigolose che risparmiatori e hedge fund (questi ultimi non hanno depositato alcuna lista per il rinnovo del Cda, a differenza di alcune previsioni) sicuramente solleveranno. A partire dall’andamento del titolo a Piazza Affari: venerdi’ scorso, le azioni del Biscione hanno fatto segnare il minimo storico a 1,792 euro, la meta’ del prezzo di chiusura (3,465 euro) del primo giorno di quotazione, il 15 luglio 1996. (MF Dow Jones)